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210 dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.

conduce seco le nugole, così porta gli uccelli ed ogn’altra cosa che in essa si ritrovasse pendente: talchè, quanto al seguir la Terra, gli uccelli non v’hanno a pensare, e per questo servizio potrebbero dormir sempre.

Sagr. Che l’aria possa condur seco le nugole, come materie facilissime per la lor leggerezza ad esser mosse e come spogliate d’ogn’altra inclinazione in contrario, anzi pur come materie participanti esse ancora delle condizioni e proprietà terrene, capisco io senza difficultà veruna; ma che gli uccelli, che, per esser animati, posson muoversi di moto anco contrario al diurno, interrotto che l’abbiano, l’aria lo possa loro restituire, mi pare alquanto duretto: e massime che son corpi solidi e gravi; e noi, come di sopra s’è detto, veggiamo i sassi e gli altri corpi gravi restar contumaci contro all’impeto dell’aria, e quando pure si lascino superare, non acquistano mai tanta velocità quanto il vento che gli conduce.

Salv. Non diamo, signor Sagredo, sì poca forza all’aria mossa, la qual è potente a muovere e condurre i navili ben carichi ed a sbarbar le selve e rovinar le torri, quando rapidamente ella si muove; nè però in queste sì violenti operazioni si può dire che il moto suo sia a gran lunga così veloce come quello della diurna revoluzione.

Simp. Ecco dunque che l’aria mossa potrà ancora continuar il moto a i proietti, conforme alla dottrina d’Aristotile: e ben mi pareva strana cosa che egli avesse auto a errare in questo particolare.

Salv. Potrebbe senza dubbio, quando ella potesse continuarlo in se stessa; ma, sì come cessato il vento nè le navi camminano nè gli alberi si spiantano, così non si continuando il moto nell’aria doppo che la pietra è uscita della mano e fermatosi il braccio, resta che altro sia che l’aria quel che fa muover il proietto.

Simp. E come, cessato il vento, cessa il moto della nave? anzi si vede che fermato il vento, ed anco ammainate le vele, il vassello dura a scorrer le miglia intere.

Salv. Ma questo è contro di voi, signor Simplicio, poichè fermata l’aria, che ferendo le vele conduceva il navilio, ad ogni modo senza l’aiuto del mezo ei continua il corso.

Simp. Si potrebbe dire che fusse l’acqua il mezo che conducesse la nave e le mantenesse il moto.

Salv. Potrebbesi veramente dire, per dir tutto l’opposito del vero;