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giornata seconda 145

terato mentre si faccia che il movimento delle ventiquattr’ore sia del globo terrestre in se stesso; che, quando si voglia ritener la Terra immobile, è necessario, dopo l’esser passati dal periodo brevissimo della Luna a gli altri conseguentemente maggiori, fino a quel di Marte in due anni, e di lì a quel della maggiore sfera di Giove in anni dodici, e da questa all’altra maggiore di Saturno, il cui periodo è di trent’anni, è necessario, dico, trapassare ad un’altra sfera incomparabilmente maggiore, e farla finire un’intera revoluzione in vintiquattr’ore. E questo poi è il minimo disordinamento che si possa introdurre; [Moto delle 24 ore attribuito aslla sfera altissima disordina il periodo delle inferiori.]perchè se altri volesse dalla sfera di Saturno passare alla stellata, e farla tanto più grande di quella di Saturno, quanto a proporzione converrebbe rispetto al suo movimento tardissimo di molte migliaia d’anni, bisognerebbe con molto più sproporzionato salto trapassar da questa ad un’altra maggiore, e farla convertibile in ventiquattr’ore. Ma dandosi la mobilità alla Terra, l’ordine de’ periodi vien benissimo osservato, e dalla sfera pigrissima di Saturno si trapassa alle stelle fisse, del tutto immobili, e viensi a sfuggire una quarta difficoltà, [Quarta confermazione.]la qual bisogna necessariamente ammettere quando la sfera stellata si faccia mobile; [Difformità grande tra i movimenti delle stelle fisse particolari, mentre la loro sfera siia mobile. ]e questa è la disparità immensa tra i moti di esse stelle, delle quali altre verranno a muoversi velocissimamente in cerchi vastissimi, altre lentissimamente in cerchi piccolissimi, secondo che queste e quelle si troveranno più o meno vicine a i poli; che pure ha dell’inconveniente, sì perchè noi veggiamo quelle, del moto delle quali non si dubita, muoversi tutte in cerchi massimi, sì ancora perchè pare con non buona determinazione fatto il constituir corpi, che s’abbiano a muover circolarmente, in distanze immense dal centro, e fargli poi muovere in cerchi piccolissimi. E non pure le grandezze de i cerchi ed in conseguenza le velocità de i moti di queste stelle saranno diversissimi da i cerchi e moti di quell’altre, ma le medesime stelle andranno variando suoi cerchi e sue velocità (e sarà il quinto inconveniente), [Moti delle stelle fisse s accelerano e ritardano in diversi tempi, quando la sfera stellata sia mobile.]avvengachè quelle che due mil’anni fa erano nell’equinoziale, ed in conseguenza descrivevano col moto cerchi massimi, trovandosene a i tempi nostri lontane per molti gradi, bisogna che siano fatte più tarde di moto e ridottesi a muoversi in minori cerchi; e non è lontano dal poter accader che venga tempo nel quale alcuna di loro, che per l’addietro si sia mossa sempre, si riduca, congiugnendosi col polo, a star ferma, e poi ancora, dopo la quiete