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142 dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.

ha relazione a cose che di esso mancano; [Il moto per le cose, che di esso egualmente si muovono è come se non fusse,ed in tanto opera in quanto ha relazione a cose che di esso mancano. v]ma tra le cose che tutte ne participano egualmente, niente opera ed è come s’e’ non fusse: e così le mercanzie delle quali è carica la nave, in tanto si muovono, in quanto, lasciando Venezia, passano per Corfù, per Candia, per Cipro, e vanno in Aleppo, li quali Venezia, Corfù, Candia etc. restano, nè si muovono con la nave; ma per le balle, casse ed altri colli, de’ quali è carica e stivata la nave, e rispetto alla nave medesima, il moto da Venezia in Sorìa è come nullo, e niente altera la relazione che è tra di loro, e questo, perchè è comune a tutti ed egualmente da tutti è participato; e quando delle robe che sono in nave una balla si sia discostata da una cassa un sol dito, questo solo sarà stato per lei movimento maggiore, in relazione alla cassa, che ’l viaggio di dua mila miglia fatto da loro di conserva.

Simp. Questa è dottrina buona, soda e tutta peripatetica.

Salv. Io l’ho per più antica; e dubito che Aristotile, nel pigliarla da qualche buona scuola, [Proposizione presa da Aristotile da gli antichi, ma alterata.]non la penetrasse interamente, e che però, avendola scritta alterata, sia stato causa di confusione, mediante quelli che voglion sostenere ogni suo detto: e quando egli scrisse che tutto quel che si muove, si muove sopra qualche cosa immobile, dubito che equivocasse dal dire che tutto quel che si muove, si muove rispetto a qualche cosa immobile, la qual proposizione non patisce difficultà veruna, e l’altra ne ha molte.

Sagr. Di grazia, non rompiamo il filo, e seguite avanti il discorso incominciato.

Salv. [Primo discorso per provar il moto diurno esser della Terra.]Essendo dunque manifesto che il moto il quale sia comune a molti mobili, è ozioso e come nullo in quanto alla relazione di essi mobili tra di loro, poichè tra di essi niente si muta, e solamente è operativo nella relazione che hanno essi mobili con altri che manchino di quel moto, tra i quali si muta abitudine; ed avendo noi diviso l’universo in due parti, una delle quali è necessariamente mobile, e l’altra immobile; per tutto quello che possa depender da cotal movimento, tanto è far muover la Terra sola quanto tutto ’l resto del mondo, poichè l’operazione di tal moto non è in altro che nella relazione che cade tra i corpi celesti e la Terra, la qual sola relazione è quella che si muta. Ora, se per conseguire il medesimo effetto ad unguem tanto fa se la sola Terra si muova, cessando tutto il resto dell’universo, che se, restando ferma la Terra sola, tutto l’universo