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120 | dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo. |
nostro occhio, non vede il poverino che noi mai non vedremmo tal luce secondaria se non nell’eclisse del Sole? E se l’esser una parte della Luna remota dal disco solare solamente manco assai di mezo grado può deviare i raggi del Sole, sì che non arrivino al nostro occhio, che sarà quando ella se ne trovi lontana venti e trenta, quale ella ne è nella sua prima apparizione? e come verranno i raggi del Sole, che hanno a trapassar per il corpo della Luna, a trovar l’occhio nostro? [L'autor dei libretto delle conclusioni va accomodando le cose a i suoi propositi, e non i propositi alle cose.]Quest’uomo si va di mano in mano figurando le cose quali bisognerebbe ch’elle fussero per servire al suo proposito, e non va accomodando i suoi propositi di mano in mano alle cose quali elle sono. Ecco: per far che lo splendor del Sole possa penetrar la sustanza della Luna, ei la fa in parte diafana, quale è, verbigrazia, la trasparenza di una nugola o di un cristallo; ma non so poi quello ch’ei si giudicasse, circa una tal trasparenza, quando i raggi solari avessero a penetrare una profondità di nugola di piú di dua mila miglia. Ma ammettasi che egli arditamente rispondesse, ciò potere esser benissimo ne i corpi celesti, che sono altre faccende che questi nostri elementari, impuri e fecciosi, e convinchiamo l’error suo con mezi che non ammettono risposta, o per dir meglio, sutterfugii. Quando ei voglia mantenere che la sustanza della Luna sia diafana, bisogna ch’ei dica che ella è tale mentrechè i raggi del Sole abbiano a penetrar tutta la sua profondità, cioè ne abbiano a penetrar piú di dua mila miglia, ma che opponendosigliene solo un miglio ed anco meno, non la penetreranno piú che e’ si penetrino una delle nostre montagne.
Sagr. Voi mi fate sovvenire di uno che mi voleva vendere un segreto di poter parlare, [Burla fatta a uno che voleva vender certo segreto da poter parlar con uno in lontananza di mille miglia.]per via di certa simpatia di aghi calamitati, a uno che fusse stato lontano due o tre mila miglia; e dicendogli io che volentieri l’avrei comprato, ma che volevo vederne l’esperienza, e che mi bastava farla stando io in una delle mie camere ed egli in un’altra, mi rispose che in sì piccola distanza non si poteva veder ben l’operazione: onde io lo licenziai, con dire che non mi sentivo per allora di andare nel Cairo o in Moscovia per veder tale esperienza; ma se pure voleva andare esso, che io arei fatto l’altra parte, restando in Venezia. Ma sentiamo come va la conseguenza dell’autore, e come bisogni ch’egli ammetta, la materia della Luna esser permeabilissima da i raggi solari nella profondità di dua mila