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giornata prima. 105

neri schietti e bianchi, l’uno a canto all’altro, in parti di essa arme dove il lume cade egualmente.

Sagr. Adunque, quando questi Signori filosofi si contentassero di conceder che la Luna, Venere e gli altri pianeti fussero di superficie non così lustra e tersa come uno specchio, ma un capello manco, cioè quale è una piastra di argento bianchita solamente, ma non brunita, questo basterebbe a poterla far visibile ed accomodata a ripercuoterci il lume del Sole?

Salv. Basterebbe in parte; ma non renderebbe un lume così potente, come fa essendo montuosa ed in somma piena di eminenze e cavità grandi Ma questi Signori filosofi non la concederanno mai pulita meno di uno specchio, ma bene assai piú, se piú si può immaginare, perchè stimando eglino che a’ corpi perfettissimi si convengano figure perfettissime, bisogna che la sfericità di quei globi celesti sia assolutissima; oltre che, quando e’ mi concedessero qualche inegualità, ancorchè minima, io me ne prenderei senza scrupolo alcuno altra assai maggiore, perchè consistendo tal perfezione in indivisibili, tanto la guasta un capello quanto una montagna.

Sagr. Qui mi nascono due dubbi: l’uno è l’intendere, perchè la maggior inegualità di superficie abbia a far piú potente reflession di lume; l’altro è, perchè questi Signori Peripatetici voglian questa esatta figura.

Salv. Al primo risponderò io, ed al signor Simplicio lascerò la cura di rispondere al secondo. [Superfìcie più scabrosa fa maggior reflessione di lume che la meno scabrosa.]Devesi dunque avvertire che le medesime superficie vengono dal medesimo lume piú e meno illuminate, secondochè i raggi illuminanti vi cascano sopra piú o meno obliquamente, sì che la massima illuminazione è dove i raggi son perpendicolari. [Raggi perpendicolari illuminano più che gli obbliqui, e perchè.]Ed ecco ch’io ve lo mostro al senso. Io piego questo foglio tanto che una parte faccia angolo sopra l’altra; ed esponendole alla reflession del lume di quel muro opposto, vedete come questa faccia, che riceve i raggi obliquamente, è manco chiara di quest’altra, dove la reflessione viene ad angoli retti; e notate come secondo che io gli vo ricevendo piú e piú obliquamente, l’illuminazione si fa piú debole.

Sagr. Veggo l’effetto, ma non comprendo la causa.

Salv. Se voi ci pensaste un centesimo d’ora, la trovereste; ma per non consumare il tempo, eccovene un poco di dimostrazione in questa figura.