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delle comete 47

viglia maggiore che le comunali e consuete, tanto ad apprenderne le cagioni debbono il nostro desiderio infiammare, e per conseguenza intorno a quelle die da altri son recate, o die alla nostra mente sovvengono, fare il sopraddetto cimento. Onde, essendo a’ mesi passati un nuovo splendore in cielo apparito, si come è stato degno motivo della vostra maraviglia, così sarà al presente non indegno oggetto della vostra investigazione.

Per la qual cosa, proponendo quello che in somiglianti accidenti di comete hanno profferito gli antichi filosofi e moderni astronomi, e le loro opinioni diligentemente esaminando, vedrete se elle lo ’ntelletto vi appagano. Appresso vi porterò quanto io, non affermativamente, ma solo probabilmente e dubitativamente, stimo in materia così oscura e dubbia potersi dire: dove vi proporrò quelle conghietture che nell'animo del vostro Accademico Galilei anno trovato luogo, le quali, traendo origine da quel nobile e sublime ingegno che, mediante il ritrovamento di tante meraviglie nel cielo, ha non meno il presente secolo che questa sua patria illustrato, non dubito che non vi debbano al pari delle altrui conclusioni esser graziose e care. Cosi fosse conceduto a me di saperlevi vivamente spiegare, che io non pregerei meno la lode di essere stato buon copiatore, di quella che hanno voluto usurparsi coloro che d’altre sue opinioni si son





crate, Io so di non saper nulla in me pienamente si verifica1», poiché, doppo averne veduto l’oppinioni de’ più illustri scrittori che anno intorno a ciò speculato, doppo averne udito il parere de’ più saggi uomini de’ nostri tempi e doppo diligentissime osservazioni, altro non ho raccolto e stretto che dubbi, senza averne pur una piccola certezza acquistata. Spero nondimeno dover esser da voi gradito mio dubitare, come mezo atto a farvi venire in cognizione della verità, la quale non essere pur stata toccata da molti che intorno a ciò anno risolutamente scritto, penso chiaramente e agevolmente mostrarvi.

E per procedere con qualch’ordine, mi farò dall’oppinioni più celebri degli antichi, che verisimilmente sono le tre referite da Aristotile; reciterò le confutazioni del medesimo filosofo e insieme quel che intorno ad esse mi parrà degno di considerazione; porterò poi l’oppinione d’Aristotile con i sua2 argumenti e le dubitazioni che sopra di quelli mi sovvengono3; appresso esaminerò il parere de’ moderni astronomi e filosofi;

  1. E' stato corretto dal revisore: «rispondo, o Accademici, che in me pienamente si verifica il detto di Socrate, Io so di non saper nulla.
  2. «con i sua» è stato corretto dal revisore in «co' suoi».
  3. Il revisore corresse:«che mi sovvengon sopra di quelli».