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al lume primario, che ben sarebbe cieco affatto chi non vedesse il termine confine e distinzione tra l’uno e l’altro; oltre che (come di sopra ho detto) il disco del Sole e quel della Luna, quando per tale illuminazione s’ingrandissero, dovrebbono mostrarsi grandi quanto gl’immensi cerchi delle loro aurore. Però quando voi dite che non negate, quella corona raggiante esser affezzion dell’occhio, ma che non perciò ho io ancora provato che qualche parte non dependa dall’aria circunfusa illuminata, toglietevi dal troppo miseramente mendicar sussidii così scarsi. Che volete che faccia quel debolissimo lume mescolato con quei fulgentissimi raggi reflessi dalle palpebre? aggiunge quel che farebbe il lume d’una torcia a quel del Sole meridiano. Di questo lume sparso per l’aria vaporosa io ve ne voglio conceder non solamente quella piccola parte che voi domandate, ma quanto abbraccia tutta l’aurora e ’l crepuscolo e tutto l’emisferio vaporoso; e di questo voglio che il corpo luminoso né per telescopio né per altro mezo possa già mai essere spogliato; e voglio ancora, per vostra compitissima soddisfazzione, ch’ei venga dal telescopio ingrandito come tutti gli altri oggetti, sì che non pure adegui tutta l’aurora, ma mille volte maggiore spazio, se mille volte tanto si potesse comprendere coll’occhiale; ma niuna di queste cose solleva punto né voi né ’l vostro Maestro, che avreste bisogno, per mantenimento della vostra principal conclusione (ch’è che le stelle fisse, per esser lontanissime, non ricevono accrescimento veruno dal telescopio), avreste bisogno, dico, che la stella ed il suo irraggiamento fusse una cosa medesima, o almeno che l’irraggiamento fusse realmente intorno alla stella; ma né quello né questo è vero, ma bene è egli nell’occhio, e le stelle ricevono accrescimento tanto quanto ogn’altro oggetto veduto col medesimo strumento, come puntualissimamente scrisse e dimostrò il signor Mario.

Questi altri vostri diverticoli, d’arie vaporose illuminate e di Soli e Lune alte e basse, son, come si dice, pannicelli caldi, e un voler fuggir la scuola e cercar di deviare il lettore dal primo proposito. E fra l’altre vostre molte diversioni, questa che fate in mostrar con assai lungo discorso come per l’interposizion del dito non s’impedisca la vista della fiammella, e quel che dite del filo sottile e del corpo interposto minor della pupilla, son tutte cose vere, ma, per mio avviso, nulla attenenti al proposito che si tratta: il che veggo che internamente