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nulla assolutamente accresce la visibile specie di essa fiammella. Ci è un’altra illuminazione, fatta per refrazzione nella superficie umida dell’occhio, per la quale l’oggetto reale ci si mostra circondato da un cerchio luminoso, ma inferiore assai di splendore alla primaria luce; e questo si mostra allargarsi per maggiore o minore spazio, non solamente secondo la maggiore o minor copia d’umore, ma secondo la cattiva o buona disposizion dell’occhio: il che ho io in me stesso osservato, che per certa affezzione cominciai a vedere intorno alla fiamma della candela uno alone luminoso e di diametro di più d’un braccio, e tale che mi celava tutti gli oggetti posti di là da esso; scemando poi l’indisposizione, scemava la grandezza e la densità di questo alone, ma però me ne resta ancora molto più di quello che veggono gli occhi perfetti: e questo alone non s’asconde per l’interposizion della mano o d’altro corpo opaco tra la candela e l’occhio, ma resta sempre tra la mano e l’occhio, sin che non si occulta il lume stesso della candela. Per questo lume parimente non s’ingrandisce la specie della fiammella, del cui splendore egli è assai men chiaro. Ci è un terzo splendore vivacissimo e chiaro quasi al par dell’istesso lume principale, il qual si produce per reflessione de’ raggi primarii fatta nell’umidità de gli orli ed estremità delle palpebre, la qual reflessione si distende sopra ’l convesso della pupilla: della qual produzzione abbiamo argomento sicuro dal mutar noi la positura della testa; imperò che secondo che noi la inclineremo, alzeremo, o vero terremo dirittamente opposta all’oggetto luminoso, lo vederemo irraggiato nella parte superiore solamente, o nell’inferiore solamente, o in ambedue; ma dalla destra o dalla sinistra già mai non vederemo comparirgli raggi, perché le reflessioni fatte verso gli angoli dell’occhio non possono arrivar sopra la pupilla, sotto l’orizonte della quale, mediante la piegatura delle palpebre su la sfera dell’occhio, esse parti angolari si ritrovano; e se altri, calcando colle dita sopra le palpebre, allargherà l’occhio e discosterà gli orli di quelle dalla pupilla, non vedrà raggi né sopra né sotto, avvenga che le reflessioni fattein essi orli non vanno sopra la pupilla. Questo solo è quello irraggiamento per lo quale i piccoli lumi ci appariscono grandi e raggianti, e nel quale la real fiammella resta ingombrata ed indistinta. L’altre illuminazioni non ànno, signor Sarsi, che far nulla, nulla pænitus, nell’ingrandimento, perché sono tanto inferiori di luce