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nominata caldo, bruciore o scottamento.E forse mentre l’assottigliamento e attrizione resta e si contiene dentro a i minimi quanti, il moto loro è temporaneo, e la lor operazione calorifica solamente; che poi arrivando all’ultima ed altissima risoluzione in atomi realmente indivisibili, si crea la luce, di moto o vogliamo dire espansione e diffusione instantanea, e potente per la sua, non so s’io debba dire sottilità, rarità, immaterialità, o pure altra condizion diversa da tutte queste ed innominata, potente, dico, ad ingombrare spazii immensi.

Io non vorrei, Illustrissimo Signore, inavvertentemente ingolfarmi in un oceano infinito, onde io non potessi poi ridurmi in porto; né vorrei, mentre procuro di rimuovere una dubitazione, dar causa al nascerne cento, sì come temo che anco in parte possa essere occorso per questo poco che mi sono scostato da riva: però voglio riserbarmi ad altra occasion più opportuna.



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"Dum Galilæus... cum non abiiciantur."

Passi ora V. S. Illustrissima alla terza proposizione, la quale legga e rilegga tutta con attenzione: dico con attenzione, acciò tanto più manifestamente si conosca poi, quanto artificiosamente vada pure il Sarsi continuando suo stile di voler, coll’alterare levare ed aggiungere e più col divertire il discorso e meschiarlo con cose aliene dal proposito, offuscar la mente del lettore, sì che in ultimo, tra le cose da sé confusamente apprese, gli possa restar qualche opinione che il signor Mario non abbia così stabilita la sua dottrina, che altri non v’abbia potuto trovar che opporre.

Essendo stata opinione di molti ch’una fiammella ardente apparisca assai maggiore in certa distanza perch’ella accenda, ed in conseguenza renda egualmente splendida, buona parte dell’aria sua circonvicina, onde poi da lontano e l’aria accesa e la vera fiammella appariscano un lume solo; il signor Mario, confutando questo, disse che l’aria non s’accendeva né s’illuminava, e che l’irraggiamento, per cui si faceva l’ingrandimento, non era intorno alla fiammella, ma nella superficie dell’occhio nostro. Il Sarsi, volendo trovar che opporre a cotal vera dottrina, in vece di render grazie al signor Mario d’avergli insegnato quello che di sicuro gli era sino allora stato ignoto, si fa innanzi, e si pone a voler provare come contro al detto del signor Mario, l’aria s’illumina: nella quale impresa egli, per mio parere, erra in molte maniere.