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non m’abbiate per tanto ritroso che io non voglia cedere all’autorità ed al testimonio di tanti poeti ammirabili, e ch’io non voglia credere che tal volta sia accaduto l’abbruciamento delle frecce e la fusione de’ metalli; ma dico bene, di cotali meraviglie la causa essere stata molto diversa da quella che i filosofi n’ànno voluta addurre, mentre la riducono ad attrizzioni d’arie ed essalazioni e simili chimere, che son tutte vanità. Volete voi saperne la vera ragione? Sentite il Poeta a niun altro inferiore, nell’incontro di Ruggiero con Mandricardo e nel fracassamento delle lor lance:

I tronchi sino al ciel ne sono ascesi;
scrive Turpin, verace in questo loco,
che due o tre giù ne tornaro accesi,
ch’eran saliti alla sfera del foco.

E forse che il grand’Ariosto non leva ogni causa di dubitar di cotal verità, mentr’ei la fortifica coll’attestazione di Turpino? il quale ognun sa quanto sia veridico e quanto bisogni credergli.

Ma lasciamo i poeti nella lor vera sentenza, e torniamo a quelli che riducono la causa all’attrizion dell’aria: la quale opinione io reputo falsa; e considero quello che producete voi, volendo mostrare come i corpi durissimi per l’attrizione d’altri più molli possano consumarsi, e dite, ciò apertamente scorgersi nell’acqua e nel vento ancora, rodendo e consumando questo i cantoni delle saldissime torri, e quella, con una continua distillazione e frequente picchiare, scavando i marmi e i durissimi scogli. Tutto questo vi concedo io, perch’è verissimo; e più v’aggiungo che non dubito punto che le frecce e le palle, non solo di piombo, ma di pietra e di ferro ancora, cacciate fuor d’una artiglieria si consumano, nel ferir l’aria con quella somma celerità, più che gli scogli o le muraglie nelle percosse dell’acqua e del vento; e dico, che se per fare una notabile corrosione o scortecciamento negli scogli e nelle torri ci vuole il ferir di ducento o trecento anni dell’acqua e del vento, nel roder le frecce e le palle d’artiglieria basterebbe ch’elle durassero ad andar per aria due o tre mesi soli: ma il tempo di due o tre battute di polso solamente non intendo già come possa fare effetto notabile. Oltre che mi restano due altre difficoltà nell’applicar questa vostra, veramente ingegnosa, considerazione al proposito vostro: l’una è, che noi parliamo