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del flusso e reflusso del mare. | 393 |
ai flussi e reflussi: ma perchè lo stretto di Sicilia è traposto tra le parti del Mediterraneo distese per gran distanze da ponente a levante, cioè secondo la corrente dei flussi e reflussi, però in questo le agitazioni sono molto grandi: e grandissime sarebbono tra le Colonne, quando lo stretto di Gibilterra si aprisse meno; e senza misura riferiscono esser quelle dello stretto di Magaglianes.
Tanto fu, Illustrissimo Signor, quello che io, discorrendo seco, apportai per causa di questi movimenti del mare: pensiero che alternatamente pareva che accordasse la mobilità della Terra col flusso e reflusso, prendendo quella come cagione di questo, e questo come indizio ed argomento di quella. E perchè nel discorso mi sovviene che io gli dissi, che della medesima mobilità, oltre a molti segni che ce ne davano i movimenti de’ corpi celesti, altri ancora ce ne venivano somministrati dalli elementi, cioè dall’acqua e dall’aria, penso che non gli sarà discaro se per sua memoria noterò ancora brevemente quello che pur gli dichiarai per l’altro argomento preso dall’aria.
La qual, come corpo fluido e tenue e non saldamente congiunto con la Terra, pare che non abbi necessità d’obbedire al suo movimento, se non in quanto l’asprezza ed inegualità della superficie terrestre ne rapisce e seco porta una parte a sè contigua; la qual convien credere che di non molto intervallo superi le maggiori altezze delle montagne: la qual porzione d’aria tanto meno dovrà esser repugnante alla conversione terrestre, quanto ella è ripiena di vapori fumi ed essalazioni, materie tutte elementari e per consequenza atte nate per lor natura ai medesimi movimenti terreni. Ma dove mancassero le cause del moto, cioè dove la superficie del globo terrestre avesse grandi spazii piani e meno vi fosse della mistione dei vapori terreni, quivi cesserebbe in parte la causa per la quale l’aria ambiente dovesse totalmente obbedire al rapimento della conversione terrestre: sì che in tali luoghi, mentre che la Terra si volge verso oriente, si deverebbe sentire continuamente un’aura che ci ferisse spirando da levante verso ponente, e tale spi-