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392 | discorso |
posti e vortici e ribollimenti pericolosissimi, de’ quali se ne hanno continue relazioni ed esperienze in fatto. Da tali discordi movimenti, dependenti non solamente dalle diverse positure e lunghezze, ma grandemente ancora dalle diverse profondità dei mari comunicanti, nasceranno in alcuni tempi varie commozioni nell’acque, sregolate ed inosservabili, le ragioni delle quali hanno assai perturbato e tuttavia perturbano i marinari, mentre l’incontrano senza vedere che nè impeto di venti o altra grave alterazione dell’aria ne possa esser cagione. Della qual perturbazione di aria doviamo in altri accidenti far gran conto, e prenderla come terza cagione ed accidentaria, pòtente a grandemente alterare l’osservanza de gli effetti dependenti dalle primarie e più essenziali cagioni. E non è dubbio che continuando a soffiare venti impetuosi, per essempio, da levante, sosterranno le acque, proibendoli il reflusso, onde, sopragiugnendo all’ore determinate la seconda replica, e poi la terza, del flusso, rigonfieranno molto, e così, sostenute per qualche giorno dalla forza del vento, si alzeranno più del solito, facendo straordinarie inondazioni.
Doviamo ancora (e sarà come l’ottavo problema) aver avvertenza d’un’altra cagione di movimento, dependente dalla copia grande dell’acque dei fiumi che vanno a scaricarsi nei mari non molto vasti: dove nei canali o bosfori che con tali mari communicano, l’acqua si vede scorrer sempre per l’istesso verso, come accade nel Bosforo Tracio sotto Costantinopoli, dove l’acqua scorre sempre dal Mar Negro verso la Propontide. Imperò che in esso Mar Negro, per la sua brevità, di poca efficacia sono le cause principali del flusso e reflusso; ma all’incontro, scaricandosi in esso molti e grandissimi fiumi, come il Danubio, il Boristene e, per la palude Meotide, la Tana ed altri, nel dover passar e sgorgar tanto profluvio di acque per lo stretto, quivi il corso è assai notabile e sempre verso mezo giorno. Dove di più doviamo avvertire che tale stretto e canale, ben che molto angusto, non è sottoposto alle perturbazioni come lo stretto di Scilla: imperò che quello ha il Mar Negro sopra verso tramontana, e la Propontide e l’Egeo col Mediterraneo postigli, ben che per lungo tratto, verso mezo giorno; ma già, come aviamo notato, i mari quanto si veglino lunghi da tramontana verso mezo giorno, non soggiacciono