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circa l'opinione copernicana 361

ed introducesse per i calcoli de’ movimenti celesti, e finisce il suo di- scorso concludendo che il tenerla per vera e reale sarebbe stoltizia: conclusione tanto resoluta, che chi non legge più oltre, e la reputa per posta almeno di consenso dell’autore, merita qualche scusa dell’error suo. Ma qual conto si deva fare del parere di chi volesse sentenziare un libro non leggendo di quello altro che una breve prefazione dello stampatore e libraio, lascio che ciascheduno da per sè lo giudichi: e dico, tal prefezione non poter essere d’altri che del libraio per facilitare la vendita al libro, che dall’universale sarebbe stato reputato per una fantastica chimera quando non se gli fosse aggiunto un simil temperamento, poi che il compratore suole il più delle volte dar una lettura a tali prefazioni prima che comprar l’opre. E che questa prefazione non solamente non sia dell’autore, ma che ella vi sia posta senza sua saputa, non che senza suo consenso, lo manifestano gli errori ne’ puri termini che vi son dentro, li quali l’autore non avrebbe mai ammessi.

Scrive questo prefatore, non doversi aver per verisimile, se non da chi fosse del tutto ignorante di geometria e di optica, che Venere abbia un sì grande epiciclo, che per esso possa or precedere ed or posporsi al Sole per 40 gradi o più, poi che bisognerebbe che quando ella è altissima, il suo diametro si mostrasse appena la quarta parte di quello che si mostra quando è bassissima, e che il suo corpo si vedesse in questo sito 16 volte maggior che in quello; alle quali cose, dice egli, repugnano l’esperienze di tutti i secoli. Ne i quali detti, prima, si vede che egli non sa che Venere si al- lontana di qua e di là del Sole poco meno di 48 gradi, e non 40, come dice lui. Inoltre, afferma che il suo diametro dovrebbe apparire 4 volte, ed il suo corpo 16, maggiore in questa positura che in quella: dove, prima, per difetto di geometria, egli non intende che quando un globo abbia il diametro maggior di un altro quattro volte, il corpo poi è 64 volte maggiore, e non 16, come egli afferma; tal che se egli aveva per assurdo un tale epiciclo e voleva perciò dichiararlo per impossibile in natura, se avesse inteso questa materia, poteva far l’assurdo molto maggiore, poi che conforme alla posizione che egli vuol reprovare e che è messa da gli astronomi. Venere digredisce dal Sole quasi 48 gradi, e la sua distanza quando è lonta-

2. il tenerlo per — 24. l’esperienze de tutti secoli