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circa l'opinione copernicana 359

gravi, e che essi veramente la stimino falsa in natura e solamente introdotta in grazia de’ computi astronomici. Della quale vanissima opinione non addurranno altro fondamento che un luogo di Tolomeo, il quale, non avendo potuto osservare nel Sole più che una semplice anomalia, scrisse che per render ragione di quella si poteva prender tanto l’ipotesi del semplice eccentrico quanto dell’epiciclo nel concentrico, e soggiunse volersi attenere alla prima come più semplice della seconda; su le quali parole assai debolmente argomentano alcuni, aver Tolomeo reputata non necessaria, anzi totalmente fittizia, questa e quella posizione, poi che afferma, tanto potersi accomodar l’una quanto l’altra, mentre che una sola, e non più, si può attribuire alla teorica del Sole. Ma qual leggerezza è questa? e chi sarà quello che, supponendo per vere le prime supposizioni, che i movimenti de’ pianeti sieno circolari e regolari, ed ammettendo (come il senso stesso per necessità ci sforza) che tutti i pianeti, scorrendo il zodiaco, or sien tardi ed or sien veloci, anzi che la maggior parte non pur tardi, ma stazionarii e retrogradi, si demonstrino, e che ora grandissimi e vicinissimi alla Terra, ed ora piccolissimi e lontanissimi, gli scorgiamo, chi sarà, dico, della professione che, intendendo queste prime apprensioni, possa poi negare ritrovarsi realmente in natura gli eccentrici e gli epicicli? Questo che ne gli uomini non professori di queste scienze è molto scusabile, ne gli altri che le professassero darebbe indizio di non ben capire nè anco il significato de’ termini eccentrico ed epiciclo: e con altrettanta ragione uno che confessasse, di questi tre caratteri il primo esser D, il secondo I, il terzo O potrebbe poi in conclusione negare, dal computo di essi resultarne DIO ed affermare che descrivine OMBRA. Ma quando le ragioni discursive non bastassero a far capire la necessità di dover realissimamente porre gli eccentrici ed epicicli in natura, deverà almeno persuaderglielo il senso stesso, mentre si veggono i quattro pianeti Medicei descrivere quattro piccoli cerchi intorno a Giove, remotissimi dal circondar la Terra, cioè quattro epicicli; deverà dar Venere, ora piena di lume ed ora sottilissimamente falcata, necessario argomento della sua conversione intorno al Sole, e non intorno alla Terra, ed in consequenza che il suo corso è in uno epiciclo; e l’istesso si argumenterà di Mercurio. Oltre a ciò, dell’essere i tre pianeti superiori