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a madama cristina di lorena. | 343 |
particolare: perchè sopra queste ed altre simili proposizioni, che non sono direttamente de Fide, non è chi dubiti che il Sommo Pontefice ritien sempre assoluta potestà di ammetterle o di condennarle; ma non è già in poter di creatura alcuna il farle esser vere o false, diversamente da quel che elleno per sua natura e de facto si trovano essere. Però par che miglior consiglio sia l’assicurarsi prima della necessaria ed immutabil verità del fatto, sopra la quale nissuno ha imperio, che, senza tal sicurezza, col dannare una parte spogliarsi dell’autorità e libertà di poter sempre eleggere, riducendo sotto necessita quelle determinazioni che di presente sono indifferenti e libere e riposte nell’arbitrio dell’autorità suprema. Ed in somma, se non è possibile che una conclusione sia dichiarata eretica mentre si dubita che ella poss’esser vera, vana deverà esser la fatica di quelli che pretendono di dannar la mobilità della Terra e la stabilità del Sole, se prima non la dimostrano essere impossibile e falsa.
Resta finalmente che consideriamo, quanto sia vero che il luogo di Giosuè si possa prendere senza alterare il puro significato delle parole, e come possa essere che, obedendo il Sole al comandamento di Giosuè, che fu che egli si fermasse, ne potesse da ciò seguire che il giorno per molto spazio si prolungasse.
La qual cosa, stante i movimenti celesti conforme alla costituzione Tolemaica, non può in modo alcuno avvenire: perchè, facendosi il movimento del Sole per l’eclittica secondo l’ordine de’ segni, il quale è da occidente verso oriente, ciò è contrario al movimento del primo mobile da oriente in occidente, che è quello che fa il giorno e la notte, chiara cosa è che, cessando il Sole dal suo vero e proprio movimento, il giorno si farebbe più corto, e non più lungo, e che all’incontro il modo dell’allungarlo sarebbe l’affrettare il suo movimento; in tanto che, per fare che il Sole restasse sopra l’orizonte per qualche tempo in un istesso luogo, senza declinar verso l’occi-
4. farle vere — 17. il puro suono delle — 21. cosa, stanti i — 25. mobile, che e da oriente — 26-27. dal suo movimento — 28-29. il suo vero e proprio movimento —
8-11. Il cod. Marciano Cl. IV, n. CCCCLXXXVII legge: col dannare si pregiudica di poter poi sempre eleggere e determinare. E in somma — 9. e libertà, che nel cod. V è aggiunto tra le linee di mano di Galileo, manca negli altri codici e nella stampa. — 14. la mobilità e la stabilità, s — 15. non hanno dimostrato esser, s — 21-25. Le parole da occidente verso... primo mobile mancano nella stampa; ma nella traduzione latina che l’accompagna, si legge: Nam cum Solis motus per celiptieam secundum ordinem signorum ab occidente in orientem contrarioque motu motui primi mobilis (qui est ab oriente in occidentem, per quem perfiecitur dies et nox) fiat. — 28. modo di allungarlo, s — 29-30. sopra l’oriente per, G —