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a madama cristina di lorena. | 341 |
capite, vanno in certo modo impegnando i luoghi delle Scritture, riducendosi poi ad accrescere il primo errore col produrr’altri luoghi meno intesi de’ primi, esplica il medesimo Santo con le parole che seguono: Quid enim molestiae tristitiaeque ingerant prudentibus fratribus temerarii praesumptores, satis dici non potest, cum si quando de prava et falsa opinione sua repraehendi et convinci coeperint ab eis qui nostrorum librorum authoritate non tenentur, ad defendendum id quod levissima temeritate et apertissima falsitate dixerunt, eosdem libros sanctos, unde id probent, proferre conantur; vel etiam memoriter, quae ad testimonium valere arbitrantur, multa inde verba pronunciant, non intelligentes neque quae loquuntur neque de quibus affirmant.
Del numero di questi parmi che sieno costoro, che non volendo o non potendo intendere le dimostrazioni ed esperienze con le quali l’autore ed i seguaci di questa posizione la confermano, attendono pure a portar innanzi le Scritture, non si accorgendo che quante più ne producono e quanto più persiston in affermar quelle esser chiarissime e non ammetter altri sensi che quelli che essi gli danno, di tanto maggior progiudizio sarebbono alla dignità di quelle (quando il lor giudizio fosse di molta autorità), se poi la verità conosciuta manifestamente in contrario arrecasse qualche confusione, al meno in quelli che son separati da Santa Chiesa, de’ quali pur ella è zelantissima e madre desiderosa di ridurgli nel suo grembo. Vegga dunque l’A. V. quanto disordinatamente procedono quelli che, nelle dispute naturali, nella prima fronte costituiscono per loro argumenti luoghi della Scrittura, e ben spesso malamente da loro intesi.
Ma se questi tali veramente stimano e interamente credono d’avere il vero sentimento di un tal luogo particolare della Scrittura, bisogna, per necessaria conseguenza, che si tenghino anco sicuri d’aver in mano l’assoluta verità di quella conclusione naturale che intendono di disputare, e che insieme conoschino d’aver grandissimo vantaggio sopra l’avversario, a cui tocca a difender la parte falsa; essendo che quello che sostiene il vero, può aver molte esperienze sensate e molte dimostrazioni necessarie per la parte sua,
1. delle Sacre Scritture — 16. ne producano e — 23. In luogo di l’A. V. nel cod. V. si legge la P. V. — disordinatamente procedino quelli — 25. spesso male da — 26. e internamente credono — 30. e che insieme insieme si conoschino —
1. della Scrittura, s — 2. errore co ’l produrne altri, s — 5-6. de falsa et prava, G, s — 12. parmi che sien coloro, che, s — 15. che quanto più, G — 28. che ci si tenghino, s — 31. tocca difender, G —