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a madama cristina di lorena. 327

grande studio in confutar molti argumenti o, per meglio dire, molte fallacie filosofiche ci manifesta, e come espressamente si legge appresso alcuni di loro; ed in particolare aviamo in S. Agostino le seguenti parole: Hoc indubitanter tenendum est, ut quicquid sapientes huius mundi[Cap. 21, lib. 1, Genesis ad literam.] de natura rerum veraciter demonstrare potuerint, ostendamus nostris Literis non esse contrarium; quicquid autem illi in suis voluminibus contrarium Sacris Literis docent, sine ulla dubitatione credamus id falsissimum esse, et, quoquomodo possumus, etiam ostendamus; atque ita teneamus fidem Domini nostri, in quo sunt absconditi omnes thesauri sapientiae, ut neque falsae philosophiae loquacitate seducamur, neque simulatae religionis superstitione terreamur.

Dalle quali parole mi par che si cavi questa dottrina, cioè che ne i libri de’ sapienti di questo mondo si contenghino alcune cose della natura dimostrate veracemente, ed altre semplicemente insegnate; e che, quanto alle prime, sia ofizio de’ saggi teologi mostrare che le non son contrarie alle Sacre Scritture; quanto all’altre, insegnate ma non necessariamente dimostrate, se vi sarà cosa contraria alle Sacre Lettere, si deve stimare per indubitatamente falsa, e tale in ogni possibil modo si deve dimostrare. Se, dunque, le conclusioni naturali, dimostrate veracemente, non si hanno a posporre a i luoghi della Scrittura, ma sì ben dichiarare come tali luoghi non contrariano ad esse conclusioni, adunque bisogna, prima che condannare una proposizion naturale, mostrar ch’ella non sia dimostrata necessariamente: e questo devon fare non quelli che la tengon per vera, ma quelli che la stimali falsa; e ciò par molto ragionevole e conforme alla natura; ciò è che molto più facilmente sien per trovar le fallacie in un discorso quelli che lo stiman falso, che quelli che lo reputan vero e concludente; anzi in questo particolare accadere che i seguaci di questa opinione, quanto più andran rivolgendo le carte, esaminando le ragioni, replicando l’osservazioni e riscontrando l’esperienze, tanto più si confermino in

2. ci dimostra e — 13-14. alcune cose della natura veracemente dimostrate — 18-19. falsa, ed in ogni possibil [modo si] deve dimostrar tale. Se dunque — 22. Dopo naturale Galileo aggiunse di sua mano, tra le linee e con segno di richiamo, è necessario; ma non cancellò, come ci si aspetterebbe, il precedente bisogna. — 25-27. natura; perchè molto più facilmente si posson trovar le fallacie in un discorso da quelli che lo stiman falso, che da quelli che lo reputan — 30. si confermeranno in

5-6. nostris libris non, s — 14. semplicissimamente, s