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320 lettera

[Pererius, In Genesim, circa principium.]Illud etiam diligenter et omnino fugiendum est, ne in traclanda Mosis doctrina quidquam affirmate et asseveranter sentiamus et dicamus, quod repugnet manifestis experimentis et rationibus philosophiae vel aliarum disciplinarum: namque, cum verum omne semper cum vero congruat, non potest veritas Sacrarum Literarum1 veris rationibus et experimentis humanarum[In Epistola septima, ad Marcellinum.] doctrinarum esse contraria. Ed appresso S. Agostino si legge: Si manifestae certaeque rationi velut Sanctarum Scripturarum obiicitur authoritas, non intelligit qui hoc facit; et non Scripturae sensum, ad quem penetrare non potuit, sed suum potius, obiicit veritati; nec quod in ea, sed in2 se ipso, velut pro ea, invenit, opponit.

Stante questo, ed essendo, come si è detto, che due verità non possono contrariarsi, è officio de’ saggi espositori affaticarsi per penetrare i veri sensi de’ luoghi sacri, che indubitabilmente saranno3 concordanti con quelle conclusioni naturali, delle quali il senso manifesto o le4 dimostrazioni necessarie ci avessero prima5 resi certi e sicuri. Anzi, essendo, come si è detto, che le Scritture per6 l’addotte cagioni ammettono in molti luoghi esposizioni lontane dal significato delle parole, e, di più, non potendo noi con certezza asserire che tutti gl’interpetri parlino inspirati divinamente, poi che, se così fusse, niuna diversità sarebbe tra di loro circa i sensi de’ medesimi luoghi, crederei che fusse molto prudentemente fatto se non si permettesse ad alcuno impegnare7 i luoghi della Scrittura ed in certo modo obligargli a dover sostener per vere queste o quelle conclusioni naturali, delle quali una volta il senso e le ragioni dimostrative e necessarie ci potessero manifestare il contrario. E chi vuol8 por termine alli umani ingegni? chi vorrà asserire, già essersi veduto e saputo tutto quello che è al mondo di sensibile e di scibile? Forse quelli che in altre occasioni confesseranno9 (e con gran verità) che ea quae scimus sunt minima10 pars eorum quae ignoramus? Anzi pure, se [Ecclesiast., cap.° 3.°]noi abbiamo dalla bocca dell’istesso Spirito Santo, che Deus tradidit mundum disputationi eorum, ut non inveniat homo opus quod operatus est Deus ab initio ad finem, non si dovrà, per mio parere, contradicendo a tal sentenza, precluder la strada al libero filosofare circa le cose

  1. che indubitatamente saranno
  2. ci averanno prima
  3. Sanctarum Litterarum obiicitur, s
  4. nec id quod in ea, sed quod in, s
  5. manifesto e le, s
  6. essendo che le Scritture (come si è detto) per, s
  7. alcuno l’impegnar, s
  8. potessero dimostrare manifestare il contrario, G
  9. in altra occasione confesseranno, s
  10. scimus sint minima, s