Pagina:Le opere di Galileo Galilei V.djvu/318

314 lettera

che sendo tal sua dottrina dimostrata, non poteva contrariare alle Scritture intese perfettamente: e però nel fine della dedicatoria, parlando al Sommo Pontefice, dice così: Si fortasse erunt mataeologi, qui, cum omnium mathematum ignari sint, tamen de illis iudicium1 assumunt, propter aliquem locum Scripturae, male ad suum propositum detortum, ausi fuerint hoc meum institutum repraehendere ac insectari illos nihil moror, adeo ut etiam illorum iudicium tanquam temerarium contemnam. Non enim obscurum est, Lactantium, celebrem alioqui scriptorem, sed mathematicum parum, admodum pueriliter de forma Terrae loqui, cum deridet eos qui Terram globi formam habere prodiderunt. Itaque non debet mirum videri studiosis, si qui tales nos etiam ridebunt. Mathemata mathematicis scribuntur, quibus et hi nostri labores {si me non fallit opinio) videbuntur etiam Reipublicae Ecclesiasticae conducere aliquid, cuius principatum Tua Sanctitas nunc tenet.

E di questo genere2 si scorge esser questi che s’ingegnano di persuadere che tale autore si danni, senza pur vederlo; e per persuadere che ciò non solamente sia lecito, ma ben fatto, vanno producendo alcune autorità della Scrittura e de’ sacri teologi e de’ Concilii: le quali sì come da me son reverite e tenute di suprema autorità, sì che somma temerità stimerei esser quella di chi volesse contradirgli mentre vengono conforme all’instituto di Santa Chiesa adoperate, così credo che non sia errore il parlar mentre si può dubitare che alcuno voglia, per qualche suo interesse, produrle e servirsene diversamente da quello che è nella santissima intenzione di Santa Chiesa; però, protestandomi (e anco3 credo che la sincerità mia si farà per sé stessa manifesta) che io intendo non solamente di sottopormi a rimuover liberamente quegli errori ne’ quali per mia ignoranza potessi in questa scrittura incorrere in materie attenenti a religione, ma mi dichiaro4 ancora non voler5 nell’istesse materie ingaggiar lite con nissuno, ancor che fussero punti disputabili: perchè il mio fine non tende ad altro, se non che, se in queste considerazioni, remote dalla mia professione propria, tra gli errori che ci potessero essere dentro, ci è qualche cosa atta ad eccitar altri a qualche avvertimento utile per Santa Chiesa circa ’l determinar sopra ’l

  1. Di questo genere — esser quelli che
  2. dichiaro non voler
  3. de iis iudicium, s
  4. anco che, s. Tale è altresì la lezione di molti dei codici che fanno famiglia con la stampa, dei quali altri (p. e. il Riccardiano 2146, il Marciano Cl. IV, n. LIX, il Parigino Fond italien 1507, il cod. LVI. 4. G della Biblioteca Guarnacci di Volterra, il Magliabeschiano II. IX. 65) leggono anco spero che
  5. religione, mi dichiaro, G, s