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274 avvertimento.


30) Codice di proprietà del sig.r Gamurrini di Arezzo, car. 1r. — 56r.; sec. XVII;

31) Biblioteca Nazionale di Parigi, Fond italien, cod. 212, car. 102r. — 142t.; sec. XVII;

32) Biblioteca predetta, Fond italien, cod. 1507, car. 1r. — 68r.; sec. XVII;

33) Museo Britannico, Harley Mss. 4141, car. 9r. — 75t.; sec. XVII;

34) Museo predetto, Egerton Mss. 2237, car. 4-52; sec. XVIII1.

Di un manoscritto tiene poi il luogo l’edizione principe, alla quale accennavamo poco fa. Essa fu pubblicata a Strasburgo nel 1636, per cura di Mattia Bernegger, con la traduzione latina di fronte2 quasi come appendice, con numerazione a parte e in volume separato, alla versione latina del Dialogo dei Massimi Sistemi, edita pure a Strasburgo nel 16353. Così il testo italiano della lettera, come la traduzione latina, furono mandati al Bernegger dall’amico suo e di Galileo, Elia Diodati4; e questi, in una lettera al Bernegger, in data 6 gen-

  1. Non abbiamo enumerato in questa serie quei manoscritti che a prima vista si dimostrano come copie pure e semplici dell’edizione principe, di cui riproducono il frontespizio, le note tipografiche, le lettere proemiali ecc. Una di queste copie è nel T. I (car. 58r. — 96r.) della Par. IV dei Manoscritti Galileiani, un’altra nel cod. Vaticano-Ottoboniano 2174, ecc. Non dubitiamo poi che esistano degli altri manoscritti a noi ignoti, specialmente nelle biblioteche private: noi stessi, ad esempio, abbiamo esaminato in Firenze un altro codice, di proprietà privata, che, quanto al testo, è da ascrivere alla seconda famiglia della quale parliamo più avanti. Un altro manoscritto, che ignoriamo, nonostante le più diligenti ricerche, dove ora si trovi, è indicato nel Catalogue of the Manuscript Library of the late Dawson Turner ecc. which will he sold by auction by Messrs Fultick and Simpson ecc. on Monday, June 6, 1859 and four following days ecc., pag. 301. Secondo questo Catalogo, tale manoscritto sarebbe nientemeno che autografo di Galileo, e alle ultime parole del testo a stampa della lettera, «gli deve raggirare», terrebbe dietro in esso un altro paragrafo, inedito, che occuperebbe una pagina e mezza del codice. Ma che il manoscritto sia autografo, è lecito dubitarne; e siffatto paragrafo finale potrebbe ben essere quell’Excerptum ex Didaci a Stunica Salmanticensis Commentariis in lob editionis Toletanae apud Ioannem Rodericum anno 1584, in 4°, pag. 205 et seqq., in haec verba Cap. 9, vers. 6, «Qui commovet Terram de loco suo, et columnae eius concutiuntur» (cfr. pag. 336, lin. 16-19, di questo volume), che si legge in fine della lettera in parecchi manoscritti della seconda famiglia, e che, del resto, non è inedito, essendo stato pubblicato in appendice all’edizione principe e riprodotto nella citata edizione di Firenze (Napoli), 1710, pag. 74-76.
  2. Nov-antiqua Sanctissimorum Patrum et probatorum theologorum doctrina de Sacrae Scripturae testimoniis, in conclusionibus mere naturalibus, quae sensata experientia et necessariis demonstrationibus evinci possunt, temere non usurpandis: in gratiam Serenissimae Christinae Lotharingae, Magnae - Ducis Hetruriae, privativi ante complures annos Italico idiomate conscripta a Galilaeo Galilaeo, Nobili Florentino, Primario Serenitatis Eius Philosopho et Mathematico: nunc vero iuris publici facta, cum Latina versione Italico textui simul adiuncta. Augustae Treboc. Impensis Elzeviriorum, Typis Davidis Hautti. M.DC.XXXVI. — Quando, nelle note o nelle varianti alla lettera, ricordiamo la stampa, intendiamo sempre di questa di Strasburgo.
  3. Systema Cosmicum, Authore Galilaeo Galilaei Lynceo ecc. in quo quatuor dialogis de duobus maximis mundi systematibus, Ptolemaico et Copernicano ecc. disseritur. Ex Italica lingua Latine conversum, ecc. Augustae Treboc. Impensis Elzeviriorum, Typis Davidis Hautti, Anno 1635.
  4. Precisi particolari intorno a questa edizione sono forniti dalle lettere del Bernegger, che si conservano nel vol. XXXII della Supellex epistolica Uffenbachii et Wolfiorum nella Biblioteca Civica di Amburgo. Apprendiamo da queste lettere che il Diodati propose al Bernegger di congiungere al Dialogo dei Massimi Sistemi la lettera a Madama Cristina, dal Bernegger prima non conosciuta (vol. XXXII, car. 132r.): il Bernegger il 4 marzo 1635 accusava d’aver ricevuto «utrumque, et Latinum et Italicum, exemplum apologiae Galilaei»; il manoscritto però gli era giunto più tardi di quello che egli avrebbe desiderato, così che non era più a tempo per dar fuori uniti in un solo volume il Dialogo e la lettera (vol. cit., car. 138r.); il 18 dicembre dell’anno stesso questa era tutta stampata, tranne il frontespizio e le lettere proemiali (vol. cit., car. 169t.), le quali il Ber-