Pagina:Le opere di Galileo Galilei V.djvu/189


intorno alle macchie solari ecc. 189

molti altri. Ed alcune cose mi restano ancora non ben digeste, ne determinate a modo mio; delle quali una principale è l’incidenza delle macchie sopra luoghi particolari della solar superficie, e non altrove: perchè, rappresentandocisi i progressi di tutte le macchie sotto specie di linee rette (argomento necessario, l’asse di tali conversioni esser eretto al piano che passa per i centri del Sole e della Terra, il quale è il solo cerchio dell’eclittica), resta, per mio parere, demo di gran considerazione, onde avvenga che le caschino [Zona per la quale si muoveno le macchie degna di grande considerazione.] solamente dentro ad una zona che per larghezza non si allontana più di 29 o 30 gradi di qua e di là dal cerchio massimo di tal conversione, sì che appena delle mille una trasgredisca, e ben di poco, tali confini; imitando in ciò le leggi de i pianeti, alli quali vengono da simili intervalli limitate le digressioni dal cerchio massimo della conversion diurna. Questo e qualche altro rispetto mi fanno ritardar il pubblicar in più diffuso trattato questa materia. Con tutto ciò il Sig. Principe può disporre ed è padrone assoluto delle cose mie; l’esser poi io sicuro del purgatissimo suo giudizio e del zelo che egli ha della reputazion mia, mi assicura, col lasciarle egli vedere, di averle stimate degne della luce.

Quanto ad Apelle, a me ancora dispiace che e’ non abbia veduta la mia seconda lettera avanti la pubblicazione della sua Più Accurata Disquisizione, e che la mia ambiguità e pigrizia nello scrivere non abbia potuto tener dietro alla sua resoluzione e prontezza: ben è vero che buona causa della dilazione n’è stato l’esser trattenute le mie lettere più d’un mese in Venezia, dalla troppa stima che di esse fece l’Illustrissimo Sig. Gio. Francesco Sagredo, volendo che ne restasse copia in quella città, dove a me pareva d’essere a bastanza onorato da una semplice sua lettura; il che per la moltitudine delle figure ricercò assai tempo. Dispiacemi ancora della difficoltà che apporta ad Apelle l’aver io scritto nella nostra favella fiorentina: il che ho fatto [Coagioni del servir in Toscano] per diversi rispetti, uno de i quali è il non volere in certo modo abusare la ricchezza e perfezion di tal lingua, bastevole a trattare e spiegar e’ concetti di tutte le facoltadi; e però dalle nostre Acca-

4. Dopo altrove in A si legge, cancellato, quanto segue: perchè, essendo assai manifesto, la conversion del Sole e delle macchie da esso portate essere in cerchi paralleli al piano dell’eclittica — 5. argumento, s — 15. publicar, B, s — 16. il Sig. Marchese è padrone, A, B — 21. publicazione, B, s — 26. Sig. Sagredo, A, B; in B di mano di Galileo è aggiunto Gianfrancesco — 31. respetti, s —