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188 | istoria e dimostrazioni |
[Si possono conoscer di alcune affezioni, e non meno nelli lontani che nelli prossimi corpi.] dine, e non prima. Ma se vorremo fermarci nell’apprensione di alcune affezioni, non mi par che sia da desperar di poter conseguirle anco ne i corpi lontanissimi da noi, non meno che ne i prossimi, anzi tal una per aventura più esattamente in quelli che in questi. E chi non intende meglio i periodi de i movimenti de i pianeti, che quelli dell’acque di diversi mari? chi non sa che molto prima e più speditamente fu compresa la figura sferica nel corpo lunare che nel terrestre? e non è egli ancora controverso se l’istessa Terra resti immobile o pur vadia vagando, mentre che noi siamo certissimi de i movimenti di non poche stelle? Voglio per tanto inferire, che se bene indarno si tenterebbe l’investigazione della sustanza delle macchie solari, non resta però che alcune loro affezioni, come il luogo, il moto, la figura, la grandezza, l’opacità, la mutabilità, la produzione ed il dissolvimento, non possino da noi esser apprese, ed esserci poi mezi a poter meglio filosofare intorno ad altre più controverse condizioni delle sustanze naturali; le quali poi finalmente sollevandoci all’ultimo scopo delle nostre fatiche, cioè all’amore del divino Artefice, ci conservino la speranza di poter apprender in Lui, fonte di luce e di verità, ogn’altro vero.
Il debito del ringraziare resta in me con molti altri obblighi che io tengo a V. S. Illustrissima; perchè, se averò investigato qualche proposizion vera, sarà stato frutto de i comandamenti suoi, e i medesimi diranno mia scusa quando non mi succeda il conseguir l’intero d’impresa nuova e tanto difficile.
Circa a quello che ella m’accenna del pensiero dell’Eccellentissimo Sig. Federico Cesi Principe, è ben vero che io mandai a S. E. copia delle due lettere solari, ma non con intenzione che fossero pubblicate con le stampe, che in tal caso vi arei applicato studio e diligenza maggiore; perchè, se ben l’assenso e l’applauso di V. S. sola è da me desiderato e stimato egualmente come di tutto ’l mondo insieme, tuttavia tal indulto mi prometto dalla, benignità sua e dalla cortese propensione del suo genio verso me e le cose mie, quale prometter non mi devo dalle scrupolose inquisizioni e severe censure di