Pagina:Le opere di Galileo Galilei V.djvu/16

16 avvertimento.

delle prime due lettere del Velser e delle tre di Galileo, spedita da Galileo al Principe Cesi perchè servisse per la stampa1: e tanto gli autografi delle scritture galileiane quanto tale copia di esse ebbero, dalla mano di Galileo, cancellature, correzioni, aggiunte successive, scritte o sui margini, o su fogli inseriti, o su cartellini incollati sia sopra i margini sia talvolta sopra la precedente stesura, in modo da coprirla. S’aggiunga ancora che la corrispondenza tenuta tra Galileo e il Cesi nel tempo che durò la stampa, mette in chiaro non di rado le ragioni per cui Galileo mutò quello che originariamente aveva scritto: ragioni che il più delle volte consistono nel cercare sia di prevenire o rimuovere le opposizioni della censura, sia di sodisfare alle osservazioni del collega Linceo Luca Valerio. Qualche volta nelle lettere di Galileo al Cesi troviamo pure il testo della mutazione ch’egli voleva fosse introdotta; e tra le carte appartenute al Cesi, nel codice Volpicelliano B (car. 61r., 65r., 74r.), ci sono rimasti anche tre foglietti, di mano di Galileo, che dovevano essere acclusi in qualcuna delle lettere di questo andate perdute, e contengono appunto tre diverse stesure d’un sol passo della seconda lettera sulle macchie solari. Con l’aiuto di sì copioso materiale noi possiamo seguire, si può dire passo passo, tutte le successive elaborazioni che ricevettero le lettere sulle macchie solari; delle quali poi la definitiva stesura è rappresentata dalla stampa.

Era naturale che nella nostra edizione dessimo luogo appunto a questa stesura definitiva: ma volendo, d’altra parte, informare il lettore anche dei fatti più importanti che risultavano dai manoscritti, finora ben poco messi a profitto2, appiè di pagina registrammo le più notevoli varianti da essi offerte; notammo quali passi si leggono soltanto nella stampa; raccogliemmo, quando metteva conto, i tratti che nei codici sono cancellati; se dall’autografo appare che un brano di qualche estensione è stato aggiunto posteriormente, lo avvertimmo, e, se era il caso, facemmo pur conoscere la lezione precedente a quell’aggiunta; di alcuni passi potemmo ricostruire più stesure successive; infine, in note a’ singoli luoghi, furono menzionate le lettere, quasi sempre tra Galileo e il Principe Cesi, che pubblicheremo nei volumi del Carteggio e dalle quali sono illustrate alcune dif-


  1. La car. 63 del cod. Volpicelliano A, che contiene, con notevoli differenze a confronto del testo a stampa, il tratto della seconda Lettera di Galileo da «del sito loro» (pag. 140, lin. 15) sino alla fine, è stata rifatta di mano di Paolo Volpicelli, che possedette il codice prima che dal figlio suo Rodolfo fosse donato alla R. Accademia dei Lincei. La carta originale, con la sottoscrizione autografa di Galileo, fu inviata da Paolo Volpicelli «al Sig. Chasles, celebre geometra a Parigi», come ci apprende una nota scritta, di mano del Volpicelli stesso, sul margine della carta rifatta.
  2. Oltre che dal Berti, che nella Memoria citata si giovò dei due codici Volpicelliani, il Volpicelliano A fu messo a profitto, però soltanto per quel che risguarda la seconda Lettera di Galileo, da P. Volpicelli: cfr. Seconda lettera delle tre sulle macchie solari di Galileo Galilei a Marco Valseri (sic), nuovamente pubblicata dal prof. Volpicelli, con osservazioni che la precedono, e note che la seguono, del medesimo; negli Atti dell'Accademia Pontificia de Nuovi Lincei, Tomo XIII, Anno XIII, 1859-60, pag. 295-329. Gli autografi furono adoprati ancor meno dell’apografo Volpicelliano.