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intorno alle macchie solari ecc. | 121 |
tali appressamenti e discostamenti, si vedrà che parimente non possono aver luogo se non in movimenti fatti sopra l’istessa superficie del globo solare. E perchè questa ragione è potentissima, sì che essa sola basterebbe a dimostrar l’essenza di questo punto, io voglio dare a V. S. un metodo prattico, che gli dichiari più apertamente l’intenzione mia, e nell’istesso tempo gli manifesti la verità di essa.
E prima, deve V. S. notare, ch’essendo la distanza tra ’l Sole e noi [Si dimostra che le macchie non hanno distanza sensibile dal Sole.] grandissima, in proporzione del diametro del corpo di quello, l’angolo contenuto da i raggi prodotti dall’occhio nostro all’estremità di detto diametro vien tanto acuto, che ben possiamo senza errore sensibile prender tali raggi come se fossero linee parallele. In oltre, essendo che non qualsivoglia due macchie indifferentemente prese sono accomodate a far l’esperienza che io intendo, ma solamente quelle che vengono portate nell’istesso parallelo, però doviamo far eletta di due in tal guisa condizionate; le quali conosceremo esser tali, tuttavolta che nel lor movimento passano amendue per l’istesso centro del disco solare, o vero da esso egualmente lontane e verso l’istesso polo. Tale accidente alcune volte s’incontra, come avviene delle due macchie A,B della figura del dì primo di Luglio, delle quali la B passa il dì secondo vicino al centro, e la A passa in simil distanza il giorno 7, ed amendue con declinazione boreale; e perchè tal distanza dal centro è assai picciola, il parallelo descritto da loro è quasi insensibilmente minore del cerchio massimo. Però s’imagini primieramente V. S. la linea GZ, la quale ci rappresenti la lontananza del Sole; e sia Z l’occhio nostro, e G il centro del Sole, circa il quale sia descritto il mezo cerchio CDE, di semidiametro eguale o pochissimo minore del semidiametro de i cerchi ne i quali io noto le macchie, sì che la circonferenza CDE rappresenterà quella che vien descritta dalle macchie A,B, la quale all’occhio lontanissimo Z, e che è nell’istesso piano del cerchio CLE, si rappresenterà retta, e la medesima che il diametro CGE (e questo dico, perchè dalle osservazioni che ho potute far sin qui, non comprendo che la conversione delle macchie sia obliqua al piano dell’eclittica, sotto la quale è la Terra); prendasi poi la distanza della macchia A dalla circonferenza a sè prossima, e si trasporti in CF, e per il punto F sia tirata la perpendicolare alla CG, che sia FH, la quale sarà parallela alla GDZ,