Pagina:Le opere di Galileo Galilei V.djvu/12

12 avvertimento.

tibus Accuratior Disquisitio, il finto Apelle aveva dato alla luce, pure in Augusta, il 13 settembre1; ed il 5 del successivo ottobre il Velser accusava ricevimento della seconda lettera del Nostro2. Di rispondere alla Accuratior Disquisitio Galileo manifestava la intenzione al Principe Cesi in una lettera che non pervenne sino a noi3: ma prima ancora che tale risposta, compresa in una terza lettera al Velser, fosse compiuta, i Lincei convocati in adunanza addì 9 novembre 1612 deliberavano che tutte e tre le lettere solari fossero per cura loro date alle stampe4.

La stampa, per la quale i preparativi erano stati cominciati dal Cesi già prima5, fu condotta in Roma; e sebbene procedesse con qualche lentezza, sia per le opposizioni mosse dalla censura riguardo ad alcuni passi, sia per le difficoltà materiali, tuttavia il 22 marzo 1613 era compiuta6. Il titolo, che aveva dato argomento a molte discussioni e proposte fra Galileo e i Lincei7 fu il seguente: Istoria e Dimostrazioni intorno alle macchie solari e loro accidenti, comprese in tre lettere scritte all’Illustrissimo Signor Marco Velseri Linceo, Duumviro d’Augusta, Consigliero di Sua Maestà Cesarea, dal Signor Galileo Galilei Linceo, Nobil Fiorentino, Filosofo e Matematico Primario del Serenissimo D. Cosimo II Gran Duca di Toscana8. La tiratura fu di 1400 copie; e a 700 di esse fu aggiunta nel fine la ristampa delle Tres Epistolae e dell’Accuratior Disquisitio dello Scheiner9, di cui gli esemplari erano poco comuni, specialmente in Italia, fin d’allora. Di quest’appendice fu fatta menzione nel frontespizio10 e nella licenza di stampa, nella quale, dopo il permesso di pubblicare le lettere di Galileo, il censore soggiunse:

«Vidi etiam nonnullas de eadem materia Apellis Epistolas ac Disquisitiones ad eumdem D. Velserum missas, quae nihil habent quod offendat; et ideo eas quoque imprimi posse censeo11».


  1. De maculis solaribus et stellis circa Iovem errantibus Accuratior Disquisitio ad Mareum Velserum.... perscripta. Augustae Vindelicorum, Anno M.DC.XII, Idib. Septembr. — Cfr., in questo volume, pag. 183, lin. 8 e seg.
  2. Vedi pag. 184, lin. 4.
  3. Il Cesi ne accusa ricevimento a Galileo sotto il dì 13 ottobre 1612 (Mss. Gal., Par. I, T. VII, car. 48).
  4. Breve Storia della Accademia dei Lincei scritta da Domenico Carutti. Roma, coi tipi del Salviucci, 1883, pag. 32.
  5. Risulta dalle lettere del Cesi a Galileo dei 29 settembre 1612, 6 e 13 ottobre dell’anno medesimo, ecc. (Mss. Gal., Par. VI, T. VIII, car. 158, 162; Par. I, T. VII, car. 48, ecc.) Cfr. A. Favaro, Di alcune relazioni tra Galileo Galilei e Federico Cesi ecc., pag. 222.
  6. Lettera di Federico Cesi a Galileo sotto questa data (Mss. Gal., Par. VI, T. IX, car. 38).
  7. Vedi le citate lettere di Federico Cesi a Galileo dei 29 settembre e 6 ottobre 1612, e quelle dei 28 ottobre e 10 novembre dello stesso anno (Mss. Gal., Par. VI, T. VIII, car. 165, 172); nonchè quelle di Galileo al Cesi 4 novembre 1612 (Biblioteca Boncompagni in Roma, Cod. 580, car. 136) e 5 gennaio 1613 (Mss. Gal., Par. VI, T. VI, car. 22).
  8. In Roma, appresso Giacomo Mascardi, MDCXIII.
  9. Intorno alla stampa delle lettere sulle macchie solari e intorno ad alcune particolarità offerte da vari esemplari, cfr. A. Favaro, Serie ottava di Scampoli Galileiani: negli Atti e Memorie della R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti in Padova; Vol. IX, 1893, pag. 16-22.
  10. Nel frontespizio degli esemplari che contengono anche le scritture dello Scheiner, dopo Gran Duca di Toscana si legge: Si aggiungono nel fine le Lettere e Disquisizioni del finto Apelle.
  11. Cfr. pag. 74. Queste parole sono aggiunte precisamente tra «iudicavi.» e «In fidem» (lin. 9).