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avvertimento. | 11 |
giorno successivo alla pubblicazione, il Velser, per cura del quale essa era stata fatta1, ne mandava un esemplare a Galileo, richiedendolo del suo parere in proposito2; e poiche in quel tempo il nostro Filosofo si trovava afflitto da gravi indisposizioni e non rispondeva con la consueta premura, con altra del 23 marzo il Velser lo sollecitava alla risposta3.
Galileo, il quale in questo mezzo, e, secondo ogni probabilità, prima che gli venissero alle mani le lettere del finto Apelle, aveva, nel Discorso intorno alle cose che stanno in su l’acqua o che in quella si muovono, accennato alla «osservazione d’alcune macchiette oscure che si scorgono nel corpo solare4», avvisava sotto il dì 12 maggio 1612, dalla Villa delle Selve, dov’era ospite di Filippo Salviati, il Principe Federico Cesi d’aver compiuta una prima lettera al Velser, annunziandogliene intanto sommariamente le conchiusioni ed il prossimo invio5; il quale seguì infatti due settimane appresso, non prima però che un esemplare della lettera fosse spedito al destinatario, che tosto manifestava il desiderio di darla alle stampe6. Offerte di stampare questa lettera, insieme con un’altra concernente lo stesso argomento, pervenivano poco appresso a Galileo da parte del Cesi; e poiché nel carteggio che tra Galileo ed il Cesi intorno a questo tempo deve essere stato assai vivo, mancano moltissime delle lettere di Galileo, dobbiamo tenerci a notare come quelle a lui indirizzate dal Cesi dimostrino che questi era già in possesso della seconda lettera sulle macchie solari al principio del settembre7. Sul finire di questo stesso mese il Velser mandava a Galileo alcune nuove speculazioni, che, col titolo De maculis solaribus et stellis circa Iovem erran-
- ↑ Christoph Schener als Mathematiker, Physiker und Astronom von Anton von Braunmühl. Bamberg, Buchnersche Verlagsbuchhandlung, 1891, pag. 12.
- ↑ Vedi, in questo volume, pag. 93, lin. 11 e seg. Galileo dovette ricevere le tres Epistolae con qualche ritardo, se la spedizione dell'esemplare a lui destinato fu fatta (come avvenne di quello mandato a Giovanni Faber, con invito di farlo conoscere al Principe Federico Cesi) col mezzo dei nipoti del Velser, che, a quanto pare, venivano allora in Italia (cfr. Nuovi Studi Galileiani per Antonio Favaro. Venezia, tip. Antonelli, 1891, pag. 85). Il Principe Cesi sembra non aver avuto notizia dell'opuscolo prima del 3 marzo 1612 (cfr. A. Favaro, Sulla priorità ecc., pag. 784).
- ↑ Mss. Gal., Par. III, T. X, car. 53
- ↑ Le Opere di Galileo Galilei. Edizione Nazionale, Vol. IV. Firenze, tip. di G. Barbèra, pag. 64. Più risolutamente si pronunziò intorno a tale osservazione nelle aggiunte al Discorso introdotte nella seconda edizione (Le Opere ecc., pag. cit.).
- ↑ Memorie e lettere inedite finora o disperse di Galileo Galilei ordinate ed illustrate con annotazioni dal cavalier Gio. Battista Venturi ecc. Parte Prima, Modena, per G. Vincenzi e C., M.DCCC.XVIII, pag. 171.
- ↑ Vedi, in questo volume, pag. 114, lin. 20 e seg. Di questa lettera altri esemplari furono inviati da Galileo ai suoi amici e mecenati.
- ↑ Di alcune relazioni tra Galileo Galilei e Federico Cesi, illustrate con documenti inediti per cura di Antonio Favaro: nel Bullettino di Bibliografia e di Storia delle Scienze matematiche e fisiche; Tomo XVII, 1884, pag. 233.
M.DC.XII, Non. Ian. — Alcuni storici scrivono che lo Scheiner non abbia potuto pubblicar prima le Tres Epistolae per il divieto avutone dal suo provinciale (Io. Friderici Weidleri, Historia Astronomiae, sive de ortu et progressu Astronomiae liber singularis. Vitembergae, sumptibus Henrici Schwurtzii, Anno MDCCXLI, pag 434. — Histoire des Mathematiques, Nouvelle Édition par J. E. Montucla. Tome second. A Paris, chez Henri Agasse, An VII, pag. 312). Secondo una narrazione posteriore dello stesso Scheiner (Rosa Ursina, sive Sol ex admirando sacularum et maeularum suarum phoenomeno varius, ecc. Bracciani, apud Andream Phaeum typographum ducalem. Impressio coepta anno 1626, finita vero 1630, Id. Iunii; pag. terza, non numerata, della Prefazione Ad lectorem), il provinciale si sarebbe limitato ad imporre che la pubblicazione fosse fatta sotto un nome finto.