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intorno alle macchie solari ecc. | 105 |
è necessario porre i cerchi delle conversioni delle macchie vicinissimi al globo solare; altramente l’accrescimento della velocità del moto, e la separazione ed allontanamento delle macchie verso il mezzo del disco, le quali presso alla circonferenza mostravano di toccarsi, resterebbono nulli: all’incontro, dall’argomento col quale ei poco di sopra provò le macchie non esser contigue al Sole, bisogna che necessariamente ei concludesse, i detti cerchi esser dal medesimo assai lontani; poi che solamente la quinta parte al più della lor circonferenza poteva restar interposta tra ’l disco solare e l’occhio nostro, già che, traversando le macchie l’emisfero veduto in 15 giorni, non erano ancora ritornate a comparire in due mesi. Bisogna, dunque, diligentemente osservare con qual proporzione vada crescendo, e poi diminuendo, la detta velocità dal primo apparir di qualche macchia all’ultimo ascondersi; perchè da tal proporzione si potrà poi arguire, se il movimento suo è fatto nella superficie stessa del corpo solare, o pure in qualche cerchio da quella separato, posto però che tal mutazione di macchie dependa da semplice movimento circolare.
Restaci da considerar quello che Apelle determina circa l’essenza e sustanza di esse macchie: ch’è in somma, che le non siano né nugole né comete, ma stelle che vadino raggirandosi intorno al Sole. Circa a cotal determinazione, io confesso a V. S. non aver sin ora tanto di resoluto appresso di me, ch’io m’assicuri di stabilire ed affermare conclusione alcuna come certa; essendo molto ben sicuro, la sustanza [Sustanza delle macchie può essere a noi incognita ed inopinabile.] delle macchie poter essere mille cose incognite ed inopinabili a noi,
di copista, diversa da quella che ha esemplato il resto della Lettera (cfr. pag. 104, nota 1). Sul verso del cartellino che contiene nel cod. A quest’aggiunta si legge, pur di mano di Galileo : «... no vicinissimi al corpo solare, ed anco assai lontani: vicinissimi, per poter render ragione dell’accrescimento notabile della velocità e degl’intervalli tra macchia e macchia verso il mezo del disco; e molto lontani, per poter assegnar causa dello star tanto tempo senza tornar a riscoprirsi sotto ’l Sole». A questa medesima aggiunta si riferisce poi il seguente appunto, che Galileo scrisse di suo pugno, e poi cancellò, sul margine di una delle carte (Mss. Gal., Par. III, T. X. car. 13t.) le quali contengono l’autografo della seconda Lettera : «aggiungasi nella prima Lettera una contradizione d’Apelle: il quale, per far diminuire gli spazii ed assottigliarsi le figure delle macchie etc., è costretto a porle vicinissime al ☉; ma poco avanti fu necessitato a porle assai lontane, quando osservò che le traversavano il ☉ in 15 giorni e che nello spazio di 2 mesi non erano ancora ritornate: adunque la parte del lor cerchio che s’interpone tra ’l Sole e noi non è più che la 5a parte, nella quale non si possono far le mutazioni di figure, intervalli etc., conformi a che ne mostra l’esperienza ».