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fin tanto che ritorni onde si partì; sarà tagliata della terra una parte simile ad un cono: il quale se ci immagineremo esser cavato della terra, resterà, nel luogo ov’era, una buca in forma di conica superficie; e questa è l’Inferno. E da questo discorso ne aviamo, prima, la figura; secondo, il sito, essendo talmente posto, che il suo bassissimo punto è il centro del mondo, e la base o sboccatura viene verso tal parte della terra, che nel suo mezzo racchiude Ierusalem, come apertamente si cava da Dante, quando, immediate che fu passato oltre il centro all’altro emisfero, ode da Virgilio queste parole:

E se’ or sotto l’emisfero giunto,
Ch’è opposito a quel che la gran secca
Coverchia, e sotto ’l cui colmo consunto
Fu l’Uom che nacque e visse senza pecca;

e nel secondo canto del Purgatorio, essendo pure nell’altro emisfero, conferma il medesimo, dicendo:

Già era ’l Sole all’orizzonte giunto,
Lo cui meridian cerchio coverchia
Ierusalem col suo più alto punto.

E quanto alla grandezza, è profondo l’Inferno quanto è il semidiametro della terra; e nella sua sboccatura, che è il cerchio attorno a Ierusalem, è altrettanto per diametro, per ciò che all’arco della sesta parte del cerchio gli è sottesa una corda uguale al semidiametro.

Ma volendo sapere la sua grandezza rispetto a tutto l’aggregato dell’acqua e della terra, non doviamo già seguitare la opinione di alcuno che dell’Inferno abbia scritto, stimandolo occupare la sesta parte dello aggregato; però che, facendone il conto secondo le cose dimostrate da Archimede ne i libri Della sfera e del cilindro, troveremo che il vano dell’Inferno occupa qualcosa meno di una delle 14 parti di tutto l’aggregato: dico quando bene tal vano si estendessi sino alla superficie della terra, il che non fa; anzi rimane la sboccatura coperta da una grandissima volta della terra, nel cui colmo è Ierusalem, ed è grossa quanto è l’ottava parte del semidiametro, che sono miglia 405 15/22.