Però se vuol così Domenedio1,
Che finalmente può far ciò che vuole2,
Io son contento andar vestito anch’io, 145E non ci starò a far altre parole3:
Andrommen’anch’io dietro a questa voga;
Ma Dio sa lui, se me n’incresce e duole!
Ma ch’io sia per voler portar la toga,
Come s’io fussi qualche Fariseo, 150O qualche scriba4 o archisinagoga,
Non lo pensar; ch’io non son mica Ebreo,
Se bene e’ pare al nome e al casato
Ch’io sia disceso da qualche Giudeo.
I’ sto a veder se ’l mondo è spiritato, 155Se egli5 è uscito del cervello affatto,
E s’egli è desto, o pure addormentato;
E s’egli è vero ch’un che non sia matto,
Non arrossisca che gli sia veduto
Un abito sì sconcio e contraffatto6. 160In quant’a me7 mi son ben risoluto,
Ch’io non ne voglio intender più sonata:
Mi contento del mal ch’io n’ho8 già auto;
E perchè non paresse alla brigata,
Ch’io mi movessi senz’occasione, 165Come fan quegli ch’han poca levata,
Io son contento dir la mia ragione,
E che tu stesso la sentenza dia:
So che tu hai9 giudizio e discrizione.
La prima penitenza che ci sia 170(Guarda se per la prima10 ti par nulla),
È ch’io non posso fare i fatti mia,
Come sarebbe andar alla fanciulla;
Ma mi tocca a restar fuor della porta,
Mentre ch’un altro in casa si trastulla.