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attenenti al trattato ecc. | 35 |
busso e poi di ebano, ed a cantare il suo trionfo, con dire che mi aveva convinto; e pure non mi aveva né anco parlato. Io, fatto avvisato di queste sue manifatture, seppi ogni suo fondamento avanti che ci ritrovassimo insieme: ma, avendo già la disputa filosofica degenerato in gara contenziosa, e non essendosi potuto per tal rispetto trattar la disputa come conveniva, giudicai, per fuggir le contese odiose, esser meglio il proporre in scrittura un solo argomento universale, come base e fondamento di quanto io asserisco; il quale quando venisse atterrato da quelli che dissentono da me, io mi chiamero convinto. E perchè l’esperienza prodotta da gli avversarii contro di me è una sottile tavoletta di ebano, la quale, posata sopra l’aqqua sì che la superficie superiore non si bagni, non descende, ed una palla del medesimo legno, grande come una nocciuola, la quale va al fondo; io, considerato come la causa di questa diversità non procede dalla figura, ma dal non bagnar tutta la tavoletta, ho proposto e mandato a gli avversarii questo argomento: Ogni sorte di figura, e di qual si voglia grandezza, bagnata, va al fondo nell’aqqua; ma se una particella della medesima figura non si bagnerà, resta l’istessa figura senza descendere; adunque, non la figura e non la grandezza 20 è causa del descendere o non descendere, ma il bagnarla interamente o non interamente. Questo mio argomento è venuto in mano de gli avversarii; ed uno di loro, come ben sa l’A. V., si obbligò in parola di scriverci contro e palesare la sua fallacia, stimandolo egli per tale; il che non ha poi fatto, anzi intendo che egli non ne vuol fare altro. Gli altri parimente tacciono, stimando forse che una contesa indecisa sia a bastanza favorabile per loro: onde io, che altramente l’intendo, ho resoluto trattar ampiamente questa materia, con speranza di rimuovere i non appassionati dalla opinion falsa, se pur ce n’è alcuno, ed insieme scoprir qualche nuova speculazione, attenente a questo proposo sito ed alla total cognizione della verità della mia proposizione. E, per procedere con la maggior facilità e chiarezza che io sappia, parmi esser necessario dichiarar qual sia la vera e total causa dell’andare o non andare alcuni corpi solidi al fondo, e tanto più quanto io non trovo che Aristotile l’abbia a sufficienza trattato.
Dico, dunque, la causa per la quale alcuni corpi solidi descendono