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32 diversi fragmenti


la sua mente, col leggerlo 2 o 3 volte solamente, come alcuno di loro, al quale per avventura è stato poco il leggerlo cinquanta fiate; e poi mostrerò se forse ho meglio che Aristotile1 investigate le cause e le ragioni di ciò che è materia e soggetto della presente contesa2.

Convennemi3, pochi giorni sono, replicar la medesima conclusione: e l’occasione fu che, ragionandosi in un cerchio di gentil’uomini delle quattro prime qualità; uno professore di filosofia disse cosa che è

1. come alcuni di loro a i quali alcuno — 9. disse quello cosa
  1. Da «col leggerlo» a «se forse ho» è aggiunto marginalmente. Prima aveva scritto, come si distingue sotto le cancellature: «farò palese se io ho meglio che loro intesa la sua mente, e poi meglio che Aristotile».
  2. Qui si legge sotto le cancellature quanto segue: «Io ho pensato, in questa mia scrittura esser bene di non nominare alcuno de i miei avversarii; non perchè io non gli stimi ed apprezzi, sendo vero tutto l’opposito, ma perchè mi è pervenuto all'orecchie, che essi, qualunque se ne si» la causa [le parole «qualunque.... causa» sono aggiunte in margine], non hanno caro che le cose loro si pubblichino e faccino palesi al mondo; onde io, non potendo celai le cose, celerò loro, che tanto importa. Oltre che, se accaderà che io ben risolva ogni loro argomento e che io irrefragabilmente concluda, come io spero [«come io spero» è aggiunta interlineare], a favor della mia proposizione, credo che non gli dispiacerà ch’io gli abbia [ch’io gli abbia invece di l’avergli io, cancellato] taciuti; ma se avverrà in contrario, saranno per sé medesimi a tempo sempre» nominarsi, ributtando e redarguendo i miei paralogismi; di che gli averò io [segue cancellato sempre] obbligo particolarissimo, bramando non di trionfare de i miei avversarii, ma solamente che la verità trionfi sopra la bugia.»
  3. Prima di questo brano, e in continuità a quello riferito nulla nota precedente, leggesi cancellato il tratto che segue, il quale cong iungerebbe benissimo il primo e il secondo frammento del testo: «Io so che l’A. V. benissimo si ricordo, come quattro anni fa mi occorse alla presenza sua contradire al parer di alcuni ingegneri, por altro eccellenti nella professicn loro, li quali, nel divisare il modo di contessere una larghissima spianata di legnami, la quale, aiutata dalla propria leggerezza del legno e da gran moltitudine di vasi, pur di legno ma concavi e pieni di aria, sopra i quali, già sottopostigli in inìqua, la detta spianata riposasse, facevano gran capitale dell’aiuto, il quale si promettevano dell’ampiezza della superficie, la quale, distesa sopra larghissimo campo di aqqua, speravano che fosse per dovere e poter sostenere, senza sommergersi, il doppio o ’l triplo più [il doppio o ’l triplo più invece di assai più, cancellato] di peso, che il computo minuto e particolare, raccolto separatamente da i detti vasi tavole e travi, non dimostrava loro. Sopra della qual credenza io dissi, che non bisognava far capitale che quella madrina, ancor che spaziosissima, fosse per sostenere niente di più di quello che sosterrebbero le sue parti disgiunte e separate, t> in altra machina, di qual si volesse altra forma, riunite; concludendo io generalmente, che la figura non poteva essere di aiuto o disaiuto a i corpi solidi nell’andare o non andare al fondo nell’aqqua». Il luogo che l’Autore avrà sostituito a questo cancellato si leggeva forse su di un fogliettino ch’era incollato sul margine della carta, ma del quale non è rimasto che un brandello, contenente parole e frammenti di parole, senza che possa ricavarsene senso veruno.