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attenenti al trattato ecc. 21


Aristotile1, al segno +, par che parli del muoversi più o men veloce, perchè dice che quei corpi che scendono nell’aqqua, meglio sciendono nell’aria, quanto che l’aria è più facile ad esser divisa; ma per sciender meglio nell’aria che nell’aqqua, non si può intendere altro che scender più velocemente. Si confonde, dunque, Aristotile.

Se il galleggiare deriva dalla resistenza dell’aqqua all’esser divisa, meglio galleggierà una striscia stretta di una falda che tutta la falda; perchè la divisione si fa intorno intorno al perimetro, e le figure lunghe e strette hanno maggior perimetro che le rotonde o quadrate, essendo in superficie eguali.

Se ci fusse principio intrinseco e naturale del moto all’insù, quel mobile che di tal moto si movesse, si moverebbe più velocemente ne i mezzi che meno impediscono la velocità, ciò è nell’aria che nell’aqqua. E che l’aria meno impedisca la velocità, si prova ne i moti trasversali, dove i mobili non hanno né inclinazione né renitenza.

Se la figura ha azione nell’andare o non andare al fondo, è necessario che si dia qualche corpo solido il quale, sendo figurato se-

6. galleggiare derivasse deriva
  1. A questo frammento precedono, sulla medesima carta, i seguenti, che furono cancellati dall’Autore: «se Aristotile avesse voluto dire che le figure, se ben non assolatamente, al meno per accidente, fussero cagione dell’andare, o non andare, in su o in giù, già che fa menzione tanto dell'andare in su quanto dell’andare in giù, bisognerebbe che egli o gli avversarii, sì come mi trovano un corpo che per natura va al fondo, ma per la figura sta a galla, me ne trovassero anco uno che per natura venisse a galla, ma che per la figura stesse in fondo. Io, che interpreto Aristotile bene, dicendo che la figura non opera se non circa il veloce ed il tardo, vi trovo che essa opera egualmente nelle cose che vanno al fondo ed in quelle che vengono a galla. Aspetterò dunque che gli avversarti mi faccino vedere un corpo che per natura venga a galla, figurato in maniera che resti anco in fondo.» «quando Aristotile nomina l’ago, non si può dire che ei volessi metterlo per punta in aqqua, ma a diacere, perchè si ha da porlo secondo la dimensione nominata; perchè altramente, anco le falde larghe di piombo anderanno al fondo.» «gran cosa è che la figura non impedisca se non il moto in giù; poi che non si trova corpo alcuno che naturalmente venga a galla, ma impedito dalla figura resti in fondo.» «non è maggiore la resistenza dell’aqqua, che quella [il ms.:quell’] dell’aria, all’esser diviso, perchè non è corpo alcuno che non divida l’una e l’altra. Nè vale il dire che quei corpi che descendono per aria, la dividono più speditamente che l’aqqua; perchè, all’ incontro, quelli che ascendono per l’aqqua, dividono l’aqqua meglio che l’aria. Sono, dunque, amendui egualmente divisibili. Bene è vero che l’aqqua forse contrasta più alla velocità della divisione.»