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di giorgio cortesio. 217

se sarà più denso, sarà più difficile alla divisione; se più raro, più facile; e la ragione è che, essendo il denso quello che in poco distendimento contiene gran quantità di materia, e raro quello che in molto ne contien poca, ne succederà, conseguentemente, che secondo le proporzioni delle forze del denso e del raro ne nascerà la varietà de’ moti più o men veloci. Ed in questo opera la figura. Ne seguirà finalmente che, non essendo il resistere altro che non essere vinto, che è una privazione, come Teodoro Metochita dice nella sua parafrasi della Generazione e corruzione, che la figura non produrrà tardità di moto operando, ma resistendo, che è privazione. E così non solo si dee chiamare strumento della natura operante che desidera il suo luogo, ma impedimento e cosa operante, non col mobile, ma col mezzo: perchè, sì come la molta virtù dell’agente è impedita grandemente dalla figura, così la poca è totalmente superata da essa; perlochè Aristotile, nel quarto del Cielo, vuole che la figura piana possa far soprannotare certi solidi, nel modo che si è detto e si dirà appresso. Perciò piglisi una materia, che nella figura sferica vada al fondo, e ridotta nella piana galleggi: dico che si farà manifesto che, volendo ritrovar la causa del galleggiare e avendo provato che non puote essere l'aria, resterà necessariamente che sia la figura. Perchè le cose, quanto sono più acute e più gravi, penetrano più facilmente, e quanto sono più ottuse e meno gravi, dividono più difficilmente: le materie, adunque, piane galleggiano, per lo mancamento dell’acutezza e della gravità, toccando l’acqua per lo lato piano, per tali cagioni non potendo rompere la superficie della molt’acqua; come possono fare quella dell’aria, non si potendo in essa sostenere per la debolezza del suo corpo. Là onde, paragonando le forze dell’aria e dell’acqua, si potrà concludere che, se l’aria sostiene un corpo in alcuna gravità, l’acqua ne sosterrà un altro in una molto maggiore. E considerata la resistenza dell’un mezzo, maggiore, e quella dell’altro, per la maggior estensione delle parti nella figura del solido non sarà difficile comprendere come l’acqua possa sostenere le materie gravi, in paragon dell’eccesso delle forze divenute, per l’accidente detto, meno potenti delle sue; servata però l’egualità delle forze della materia mobile in tutte le parti della figura, senza pendere per qualche accidente più da una che da un’altra parte.


Risposte particolari alle proposizioni del Discorso del Galilei.


Posti i fondamenti universali delle nostre ragioni, conviene oramai rispondere in particolare alle proposizioni del Galilei che contengono in sé cose conveniente alla nostra presente materia.

Dico adunque che, di quelle che nel proemio si ritruovano, è da concedergli quella che ’l mettere in carta manifesta più la verità o falsità delle opinioni, che non fa il disputare in voce; sì perchè, tralasciando altre ragioni, colui