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206 operetta intorno al galleggiare ecc.

freddo, e perciochè ogni cosa secondo la sostanza vien di poi fatta quanta; ma la figura, eziandio che ella sia qualità, nientedimeno è presa del genere della quantità, per lo che ciascheduno de’ corpi è un quanto figurato». E nel medesimo luogo soggiugne: «E questa instanza sciogliendo Proclo dice, bene al producente il freddo essere stata assegnata conveniente figura, e bisognare insieme ridurre a memoria, del caldo, in che modo non dicevamo la piramide essere il caldo, ma la virtù incisiva, per quella acutezza che è secondo gli angoli, e per quella sottigliezza che è secondo i lati; che adunque il freddo nè esso sia il primo, siccome nè il caldo, ma la virtù di alcuna figura, e che, come questa è divisiva, così quella è unitiva per iscacciamento, e che, come questa secondo l’acutezza io degli angoli e la sottigliezza de’ lati, così, per lo contrario, quella per l’ottusità degli angoli e grossezza de’ lati, opera. È contraria virtù, adunque, questa a quella, non essendo contrarie le figure, ma le virtù che sono bielle figure; e inferisce la ragione non figura, ma virtù contraria. Qualunque, per tanto, hanno angoli ottusi e lati grossi, queste hanno virtù contrarie alla piramide e sono unitive de’ corpi. Ma tali elementi de’ tre corpi: per lo che tutte le cose unitive sono costrignenti per iscacciamento; e solo il fuoco, come detto abbiamo, è disunitivo». Né più oltre, del primo modo della distinzione.E venendo al secondo, se l’Autore concede chr ’l freddo condensi, ma non il ghiaccio, sarà una maraviglia che, condensando egli tutte l’altre cose, rarefaccia solamente l’acqua; e massimamente perchè, essendo l’operazione d’esso una in numero, come potrebbe mai fare cose contrarie in un medesimo tempo l’M[i che il ghiaccio sia acqua condensata, e non rarefatta, dimostrisi con queste ragioni:

Il ghiaccio si fa lo ’nverno, quando il freddo costrigne tutte le cose; costrignerà, adunque, altresì lo ghiaccio: perchè essendo il freddo una causa, non può produr due effetti, e contrari, in un medesimo tempo.

Il ghiaccio, se fosse acqua rarefatta, non costrignerebbe insieme cose diverse: perchè lo cose, quanto più son rarefatte, tanto meno ritengono.

Le cose più sensibili al tatto e più visibili sono più dense: il ghiaccio è più sensibile al tatto e più visibile che l’acqua: adunque il ghiaccio è più denso di essa. Le cose, quanto son più dense, tanto più difficilmente si tagliano: il ghiaccio più difficilmente si taglia che l’acqua: adunque è più denso di essa. E tagliansi più difficilmente le cose più dense, per l’union maggiore delle parti, quando però non fossero secche, come il ferro, per la cui durezza il piombo, ben che sia di lui più denso, nulladimeno più facilmente si triglia. Ma parliamo delle cose del medesimo genere: e così sarà vero che mai le cose, diventando più rare, siano più forti; perchè vengono a disunirsi, e la disunione partorisce la debolezza.

Quello che si rarefà e s assottiglia dal caldo, innanzi è costretto dal freddo: questo avviene nel ghiaccio: adunque non è raro, ma denso.