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di accademico incognito. 191

È falso: perchè, in quella parte che soggiace all’esperienza, il senso ci mostra che l’aria condensata cresce notabilmente di peso: avvegnaché se si accomoderà una boccia grande di vetro con un ritegno che, cedendo l’entrata all’aria che con forza ci si può spigner dentro, proibisca poi l’uscita, ci si potrà metter aria 2 e 3 volte più di quella che naturalmente vi sta; la quale, posta su bilancia esquisita, si troverà di peso assai maggiore che quando si peserà senza l’aria compressa e condensata, e la differenza non sarà dubbia, perchè in un vaso grande potrà importare mez’oncia e più. Questo effetto è vero, e fu saputo e scritto da Aristotile, ma non fu creduto dal Sig. Piccolomini, nel luogo citato di sopra; dove, per non avere ad ammettere un errore in Aristotile, si va troppo sottilmente ingegnando d’investigar distinzioni e circostanze, per sostener cosa che non minaccia rovina, anzi è benissimo fondata. Quello che faccia il fuoco condensato, io non lo so: averci ben caro che mi fosse detto qualche modo di vederlo per esperienza; ma opinabilmente credo che farebbe l’istesso che l’aria, ciò è che condensato descenderebbe nella sua sfera, ma non per quella dell’aria, sì come né meno l’aria si può tanto condensare che scenda per l’acqua. Ma posto che e nell’aria e nel fuoco condensati crescesse la leggerezza, che ne caverà l’Accademico, applicandolo al proposito di che si parla, se non cosa contraria alla sua intenzione? Perchè, s’ei vorrà render ragione onde avvenga che ’l fuoco condensato accresce la sua leggerezza, non potrà dir altro se non, perchè, multiplicando la materia del fuoco, si multiplica la sua naturale affezzione, e perchè egli è per natura leggiero, però si multiplica la sua leggerezza: e l’Autore del Discorso, continuando l’istessa maniera d’inferire, dirà che per ciò l’acqua, di cui la gravità è propria e naturale affezzione, nel condensarsi aqquista nuova gravità, onde il ghiaccio, quando si faccia per condensazione, sarà di necessità più grave dell’acqua, né potrà in essa galleggiare. Resta per tanto nel suo vigore la ragione che ci persuade il ghiaccio esser acqua rarefatta, fondata sopra l’esperienza, che noi continuamente veggiamo, del suo galleggiare.

Ma essendomi pervenuto all’orecchie, come questa nuova proposizione del Sig. Galileo ha, in molti luoghi ed in particolare in Roma, eccitato dubbio non piccolo in quelli che son usi a ben filosofare, anzi

12-13. ingnegnando — 30. gallegiare — 34-35. proposizione dell’Autor del del