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di accademico incognito. 165


che la gravità del solido non eccederà di tanto la gravità dell’acqua, che rimanga superata la resistenza del mobile e del mezzo cagionata dalla figura, o sia da altra circonstanza o da altro esteriore accidente impedita o diminuita. Ma se questa opinione peripatetica porta qualche opposizione, si posa nondimeno sopra fondamento assai più sicuro e senzato che l’opinione Galilea non fa: la quale, tra un magnifico apparecchio di obbiezioni ad Aristotile e di varie sperienze e di nuove dimostrazioni, viene a farsi vedere a prima vista tutta pomposa e leggiadra; ma, considerandola bene a dentro e pesandola, le opposizioni facilmente si sciogliono, l’esperienze o vacillano o scoprano più tosto gli effetti particolari che la cagione delle cose, e le proposizioni e prove matematiche non arrivano a dimostrare la forza e le vere cagioni dell’operazioni della natura. Laonde il nervo delle sue prove par che finalmente si riduca in un solo assioma, cioè che la leggerezza sia cagione del galleggiare, come, per contrario, dell’andare a fondo la gravità[38]: il che non solo viene insegnato da Aristotile, ma è tanto più vero nella sua dottrina, quanto da Aristotile si concede F assoluta leggerezza e il movimento naturale all’insù, e si niega dall’Autore. Ma non perciò dal predetto assioma si può inferire che al solido grave, per non andare a fondo, faccia bisogno di mutarsi in leggiero[39] e che l’aria superiore si unisca con esso e gli communichi la sua leggerezza: perciochè chiarissima cosa è, che dell’operazioni dependenti da circonstanze particolari, possono le cagioni esser impedite o limitate da molti strani accidenti che l’accompagnano; come propio addiviene, per la congiunta figura[40], al solido grave e largo, del quale l’affermare che, posto nella superficie dell’acqua, quivi acquisti natura contraria a quella che averebbe dentro l’acqua[41] e sopra la terra e nell’aria medesima, è più tosto invenzione arbitraria che fondata in necessità o in alcun giudizio del nostro senso e del nostro intelletto. Oltre a questo, per la parte dell’aria centra questa sentenza molte gagliarde contradizioni e assurdi molto aperti si potrebbeno addurre. 1. Per opinione dell’Autore, non si dà il moto all’insù naturale, ne leggerezza assoluta: dunque, se ogni corpo è grave o va di sua natura verso il centro, l’aria non potrà far più leg-


[38] non è assioma, ma proposizione demostrata; e non sta come è qui profferita, ma si fa comparazione col mobile e col mezo.

[39] anzi sì: in virtù della detta proposizione è necessariissimo che a quel solido, che non va in fondo, gli sia levato l’eccesso della gravità sopra quella del mezo.

[40] Non è la figura, perchè con la medesima figura va anco in fondo.

[41] Se, posto nella superficie, non aqquista natura contraria a quella che ha dentro, descenderà.