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di accademico incognito. 157
negli elementi, come parti del mondo, e, per conseguente, ne’ misti, composti di quelli, lo dimostra l’esperienza nel fuoco e nelle calde esalazioni; e la ragione lo persuade.
    1. Perciocché, dandosi principio intrinseco di moto verso il centro, si dee parimente dare il suo contrario, del centro verso il cielo; 2. e ponendosi il naturai descendimento della terra e dell’acqua all’ingiù, perchè non si concederà il salimento al proprio luogo nel fuoco e nell’aria? 3. E se dal solo discacciamento del mezzo fluido e contrario nascesse il salimento, ne seguirebbe ch’ogni moto, così fatto, fusse violento; 4. e ch’il fuoco nell’aria, come non contrarli tra loro nell’attive qualità, non ascenderebbe altrimenti; 5. ne il fuoco né l’aria, rinchiusi tra la terra, non essendo quella fluida, se ne partirebbero mai. 6. Oltre a questo, se un corpo non può muovere l’altro se esso parimente non si muove, non potrà quel sì fatto discacciamento darsi senza qualche movizione dell’acqua: laonde, o quella è mossa violentemente da un altro motore; il qua! non ci viene altrimenti assegnato, o noi ce ne anderemo nell’infinito: overo, se per propia inclinazione verso il luogo naturale si muove, perché non dobbiam dire ch’il medesimo, per la sua leggerezza, avvenga del corpo leggiero all'insù[11]? 7. E senza dubbio, se noi dessimo sospeso in aria un vaso dove qualche sasso e qualche particella di fuoco insieme si rachiudessero, rompendo poi il vaso, tosto il sasso descenderebbe e ascenderebbe il fuoco di sua natura, come continuamente gli veggiamo fare. 8. Ma troppo sarebbe colpevole e difettiva la natura, se avesse prodotta la gravità e non la leggerezza[12]; overo avesse all’una data virtù di muovere e non all’altra, e se più avesse rimirato al centro della terra che al corpo celeste, il quale circonda il mondo basso e ’l governa e mantiene. 9. E dove sarebbe la somma sua potenza e providenza, se non avesse compartita virtù e stromenti a queste cose di scendere e a quelle di salire? 10. Anzi la gravità e l’ascendimento stesso delle cose gravi, potremmo dir con ragione che non forza né atto fussero di virtù, ma, come di corpi infermi e cadenti, mancanza di vigore e una viziosa caduta. {{spaziato|Ma il negare i principii d’Aristotile[13] è assai più facile che ’l ri-


[11] perchè il moto all’in giù è naturalmente necessario alla costituzion del mondo e l’altro aborrito, come contrario ad essa costituzione e tendente a lla dissoluzione.

[12] anzi sarebbe stata superflua nel produr la leggerezza, bastando la sola gravità.

[13] non sono altramente principii; anzi vi consum’egli, ma invano1 un libro intero per provargli.

  1. «ma invano» è stato aggiunto posteriormente.