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12 avvertimento.

del Castelli abbiamo collocato (pag. 285, lin. 10-21) un breve tratto che nel codice è di mano di Galileo, e contiene l’appunto d’un pensiero ch’egli intendeva porre nella dedicatoria dell’opera stessa; e quindi (pag. 286) riproducemmo dall’originale le licenze di stampa, delle quali, come già si è accennato, il manoscritto è provvisto.

Agli Errori tengono dietro le lettere di Tolomeo Nozzolini a Mons. Marzimedici e di Galileo al Nozzolini. La prima fu desunta dalla copia di mano di Galileo, che si legge a car. 54-55 del T. XIII della Par. II dei Manoscritti Galileiani1; la seconda, dalla bozza originale a car. 56-60 del medesimo tomo. Questa bozza è scritta da principio, e fino alle parole «che si versa» (pag. 308, lin. 10), da un amanuense, della cui mano Galileo dovette servirsi, essendo, com’egli stesso racconta al Nozzolini, a letto ammalato; nel resto è di pugno di Galileo stesso: ma anche nella parte che è di carattere dell’amanuense sono frequenti le correzioni ed aggiunte autografe di Galileo. La sigla G nella annotazione appiè di pagina indica appunto che le parole del testo a cui è apposta sono di pugno del Nostro: di volta in volta è poi indicato se si tratta di aggiunta o di correzione, e in quest’ultimo caso è altresì fatta conoscere la lezione che Galileo aveva dettato all’amanuense2. Insieme con queste aggiunte e correzioni sono notati appiè di pagina gli errori materiali di penna, ma soltanto quando sono ne’ tratti autografi di Galileo; e questi non hanno sigla alcuna: ed altresì è tenuto conto, ne’ modi seguiti altre volte, e pur senza sigla, delle cancellature che, sia dove Galileo detta sia dove scrive, mostrano com’egli andava atteggiando e modificando il suo pensiero prima che prendesse la forma definitiva. Dobbiamo infine avvertire che in tre luoghi di questa bozza, da noi indicati appiè di pagina (pag. 299, lin. 31; pag. 307, lin. 1 e 31), ricorre una terza mano, più tarda, e che abbiamo espulso dal testo le correzioni ed aggiunte ad essa dovute; persuasi a ciò anche dal trovare come in una copia della lettera, che noi chiamiamo con la sigla B e che si legge mutila (giunge fino alle parole «ella già mai >, a pag. 300, lin. 12) nel T. VI della Par. VI, a car. 108 r. — 109 t., manca la prima di tali aggiunte, cioè la sola che in quel frammento potesse cadere.

L’ultima parte del volume è occupata dal Discorso Apologetico di Lodovico delle Colombe d’intorno al Discorso di Galileo, dalle Considerazioni sopra il medesimo di Vincenzio di Grazia, e dalla Risposta a questi oppositori. Come siano state ristampate quelle due prime scritture, l’abbiamo già detto: ci resta a, parlare della Risposta, e anzitutto di alcuni Frammenti ad essa attenenti, dai quali l’abbiam fatta precedere. Al pari degli altri frammenti con cui comincia il presente

  1. Appiè della pag. 291 registrammo un materiale trascorso di penna di Galileo.
  2. Talora Galileo" corresse soltanto alcune lettere d’una parola (per es., a pag. 299, lin. 24, dove era scritto affetione, sostituita a t): noi tenemmo conto di questi casi (che ci mostrano qualche volta, quale grafia egli espressamente proferisse) come se l’intera parola fosse stata riscritta da lui.