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intorno alle cose che stanno in su l’acqua ecc. 133


si scuopre, e, senza molto discostarsi da questo luogo, nel testo precedente a questo capitolo che abbiamo per le mani: dov’ei tenta pur di confutare il medesimo Democrito, perché egli, non si contentando del nome solo, aveva voluto più particolarmente dichiarare che cosa fusse la gravità e la leggerezza, cioè la causa dell’andare in giù e dell’ascendere, e aveva introdotto il pieno e ’l vacuo, dando questo al fuoco, per lo quale si movesse in su, e quello alla terra, per lo quale ella discendesse, attribuendo poi all’aria più del fuoco e all’acqua più della terra. Ma Aristotile, volendo anche del moto all’in su una causa positiva e non, come Platone o questi altri, una semplice negazione o privazione, qual sarebbe il vacuo referito al pieno, argomenta contro a Democrito, e dice: Se è vero quanto tu supponi, adunque sarà una gran mole d’acqua la quale avrà più di fuoco che una piccola mole d’aria, e una grande d’aria che avrà più terra che una piccola d’acqua; il perché bisognerebbe che una gran mole d’aria venisse più velocemente a basso che una piccola quantità d’acqua: ma ciò non si vede mai in alcun modo: adunque Democrito erroneamente discorre. Ma, per mia opinione, la dottrina di Democrito non resta per tale instanza abbattuta; anzi, s’io non erro, la maniera di dedurre d’Aristotile o non conclude, o, se è concludente, altrettanto si potrà ritorcer contro di lui. Concederà Democrito ad Aristotile, che si possa pigliare una gran mole d’aria, la quale contenga più di terra che una piccola quantità d’acqua; ma ben negherà che tal mole d’aria sia per andar più velocemente a basso che una poca acqua: e questo per più ragioni. Prima, perché, se la maggior quantità di terra, contenuta nella gran mole d’aria, dovesse esser cagione di velocità maggiore che minor quantità di terra contenuta nella piccola mole d’acqua, bisognerebbe prima che fusse vero che una maggior mole di terra semplice si movesse più velocemente che una minore: ma quest’è falso, benché Aristotile in più luoghi l’affermi per vero; perché non la maggior gravità assoluta, ma la maggior gravità in ispecie, è cagione di velocità maggiore; né più velocemente discende una palla di legno che pesi dieci libbre, che una che pesi dieci once e sia della stessa materia; ma ben discende più velocemente una palla di piombo di quattro once, che una di legno di venti libbre, perché ’l piombo è in ispecie più grave del legno: adunque non è necessario che una gran mole d’aria, per la molta terra contenuta in essa,