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contro il moto della terra. 289


rando intorno al Sole, come quelli che sono di capo supino, a cui paion le cose a rovescio degli altri, poi che veggon la Terra dove noi veggiamo il Sole, se per aventura, restando convinti dalle ragioni e dal senso, volessero, ostinandosi, affermare che così sia piaciuto all’Autore della Natura, il cui voler non è sottoposto a leggi di sorte veruna, perchè ogni cosa opera e si dispon come a lui pare, perchè non si accommoda al nostro modo di filosofare, onde non segue però che non sapendo essi trovare ragioni che convincano gli intelletti, il fatto non sia come le matematiche loro demostrazioni insegnano.

Ma se queste maniere di rispondere bastassero dopo lunga disputa a chi resta convinto, anche i semplici fanciulli e rozzi uomini le potrebbon pigliar con coloro che più sanno, perchè finalmente, al cader delle mazze, direbbon: Così è piaciuto all’Autor della Natura; e così senza stillarsi il cervello, ognun la crederebbe a suo capriccio. Pure, se noi volessimo accommodarci a questo umor malanconico, a lor non toccherebbe del sacco le corde, come avvenne a Eraclide Pontico, Niceta Siracusano e Aristarco, primi inventori di questa chimera. Ora perchè le matematiche insegnano anco il contrario e ricevuto più communemente, e perchè nelFuna maniera come nell’altra, matematicamente parlando, ci è chi prova salvarsi benissimo tutte l’aparenze planetali, ma non quanto alla filosofia e l’altre scienze, perchè saria impossibile, se si dee credere per altro all’autorità e non alle raggioni, meglio sarà, senza fallo veruno, credere a’ Profeti che a’ profani, poi che quegli non possono errare, e questi o non dicon vero, o lo dicono a caso. Il fabricar sopra questi fondamenti precipitosi, mi fa ricordare di coloro che muravano su le Rovinate della via de’ Bardi, là dove, sondo gli edifici caduti una volta, non mancò chi ve ne rifece di nuovo; né sarebbe mai finita la festa, se il Serenissimo Gran Duca Cosimo, così son belli gli umori, non avesse, con un publico epitaffio di solenni letteroni scolpiti in marmo, proibito che in somma non vi si fabricasse più, perchè rovinava. Fabricarono quegli antichi questa opinione, e ella battè in terra. Venne il Copernico, e pensò di saper più degli altri architetti, e tombolò giù. Ora che ci è chi la vuol rabberciare, ecco loro squadernato l’epitaffio, che dice, che non ci si mettan più, perchè rovinerà, sendo contro i buon fondamenti della Scrittura: perchè, Fundasti Terram super stabilitatem suam, dice il Salmo 103: Deus fundat orbem immobilem, intendendosi della Terra, dice l’Abulense, Paralipom. 161. Ma che la Terra sia nel centro, dicalo Iobbe, 26: Qui appendit Terram super nihilum, idest super centrum2. Che ella sia grave: Necdum montes gravi mode constiterant, Proverb. 8; e Esaia, cap. 40: Quis libravit in pondere montes? quis appendit tribus digitis molem Terrae? e

  1. Commoveatur a facie eius omnis terra: ipso enim fundavit orbem immobilem.
  2. vedi Iob, che vi sono alcuni belli particolari.