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contro il moto della terra. 287


tutto quel corpo sparse, ed hanno tutte le dimensioni corporee perchè sono larghe, lunghe e profonde, nel modo stesso che sarebbono i monti e le valli, se fossero in quel corpo), l’occhio in così gran lontananza può facilissimamente essere ingannato, massimamente perchè questi non sono sensibili proprii di esso, ma communi, e secondariamente veduti e non principalmente e per sé, ma per accidente, in quanto sono lucidi e colorati; e perciò, non si vedendo l’altre parti di quel corpo che lo fanno sferico, rotondo e liscio (perchè, essendo rare, non reflettono il raggio del Sole né si fanno luminose), appar che egli sia ineguale, dentato e montuoso, se bene non è. Essemplo manifesto ne sia il vedere, che se altri piglia una palla grande di chiarissimo cristallo, dentro a cui sia formato di smalto bianco una picciola Terra con selve, valli e monti, al Sole esposta verso il Cielo assai lontana dall’occhi di chi vi guarda dentro, quella palla non apparisce altramente sferica e liscia, ma ineguale e montuosa, e adombrata là dove non dà il Sole, perchè la parte transparente di quel cristallo non è visibile, terminando la vista in quelle facendole apparir colorate; e perciò, se bene chi considera tutta la palla con ciò che vi è dentro, ella è sferica e liscia, e ad ogni modo il contrario appare, così, e non altrimente, accade nella Luna. Ma a che fine andiamo noi cercando essempi nelle cose inferiori, se pure troppo è chiaro nello stesso Cielo? Chi non vede, che la materia celeste è tanto transparente in quelle parti dove essa è rara e senza stelle, che per la grossezza di sette Cieli penetra la nostra vista, come se non vi fossero, a vedere le stelle del Firmamento? Dubiterassi adunque, che quelle parti del corpo lunare, che dense non sono, e non reflettono il raggio solare, né terminan la vista altrui, non si posson dall’occhi nostri vedere, e che perciò rotonda e liscia essa Luna non appaia? Quando ella si vede mezza e più e meno, ma non tutta, non è già che ella non vi si mostri rotonda e sferica, ma perchè le parti non illuminate non sono visibili, quantunque più dense ve ne siano alcune, ed alcune più rare; così maggiormente non potrà quel corpo vedersi, dove il raggio sempre trapassa, e mai non vi reflette, che è nelle parti più rare. E se chi che sia domandasse, perchè quelle parti che sono nel corpo lunare, che noi chiamamo cavità, rappresentano un’ombra che par succidume, e non un colore azzurro come il restante del suo Cielo, che è parte più rara anch’esso, si risponde, che questa differenza appare per cagione del molto lume e splendore che d’ogni intorno circonda quella rarità; e facendone paragon maggiore che dove il lume non circonda, viene a parer più oscura quella parte, sì come il bianco sucido par nero in comparazione del lattato, perchè apposita iuxta se posita magis elucescunt. Questo si vede manifesto nell’istesso corpo lunare, quando è luminoso solamente il primo corno, che per essere poco lume, e non circondare intorno, quel che vediamo non illuminato è di color celeste, e non buio o tenebroso, come pare quando è cinto di maggior lume. Altri potrebbon dubitare, come possa stare, che se il corpo lunare è rotondo e liscio per tutto.