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278 | contro il moto della terra. |
prima e più principalmente l’universal conservazione, e non sente incommodo per non poter essercitar la propria, perchè l’una e l’altra è naturale, e più appetita questa che quella; e perciò, stando la Terra sospesa in mezzo, non grava per niuna parte nè violenta l’elemento contiguo, come se leggierissima fosse, nel modo stesso che fa l’acqua nell’essempio addotto, che appar leggieri, benché sia grave, andando in alto. Ragionevolmente ha la Natura posto la Terra fuori del centro del Mondo, nel quale più propriamente è locato il Sole, acciò che ella possa girarli attorno, e vederlo, e goder delle sue influenze, lume e calore, per ogni sua parte, e che ella, come men degna e più bisognosa, e come causa materiale delle cose, vada cercando lui che è padre di quelle e causa effettiva e formai di esse, o almeno più nobile e più principal agente.
Certamente che se le teste dell’Idra, che rinascevano quando Alcide ne aveva tagliata alcuna, fossero state della virtù che sono queste, non vi avrebbe bisognato il fuoco per reciderla. Questa distinzione delle due inclinazioni non fa al proposito nostro, per più ragioni. Prima, perchè la Natura produce e dispone le cose suavemente, e non vuole che una cosa, per bisogno dell’altra, sia necessitata a poter mai attendere alle proprie operazioni per conservazione di sè stessa, come anderebbe della Terra, che come grave non potrebbe mai quietarsi nel centro del Mondo da lei appetito. Secondo, perchè vana sarebbe l’inclinazion della Terra d’amare il centro e la quiete in quello, non la potendo mai ridurre all’atto; e perciò non si serve la Natura dell’inclinazione universale delle cose se non per accidente, e non perchè così desideri ma per necessità, e per manco tempo che ella può, per non violentar le cose. Terzo, non è vero che, per essere ambedue naturali, cotali inclinazioni non patiscano le cose, non potendo operare per sè proprie, anzi si distruggono durando lungo tempo, perchè nullum violentum perpetuum; ma la Natura, che stima più la conservazion del tutto che delle parti, vuol più tosto il minor male che il maggiore, permessivamente. Quarto, perchè non apparisce necessità veruna donde la Natura s’abbia ad esser messa a porre il Sol nel centro del Mondo, e la Terra eccentrica ad esso, poi che appare tutto il contrario, dovendo le cose più infime e soggette alla varietà e corruzione giacer nel più basso e meno nobil luogo che quelle che sono incorruttibili, invariabili ed eterne, sì nel tutto come nelle parti, come si è detto di sopra: e vana è la ragione addotta, che la Terra debba cercare il Sole, per esser meno degna e madre, ed egli è padre, della generazione; perchè la causa più nobile deve essere più attiva, più mobile e più operante, che la passiva e men nobile come è la Terra: la qual, come subietto ricevente l’azione, deve stare immobile aspettando l’operazion del Sole che la mova alla generazione, e produca in lei la varietà delle cose. La Terra, adunque, non sendo fuori del centro del Mondo, non si gira intorno al Sole portata dal primo mobile, o da che altro si sia, in niuna maniera.
Ci resta anco un altro chiribizzo per provare che la Terra quantunque ella sia