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contro il moto della terra. | 277 |
che per la sua grandezza comprende cento sessantasei volte1 col suo diametro quel della Terra, nel centro del Mondo, che è il minor luogo di tutti, proporzionatissimo per la Terra, che è il minor corpo degli elementi! Oltre a ciò, se la Terra non fusse nel centro del Mondo, l’ordine2 della natura, circa il grave, leve, e non grave nè leggiero, saria disordine, poiché non sarebbono gradatamente locati prima i corpi gravi, e sopra d’essi i leggieri, ed ultimamente i non gravi nè levi. I primi sono la Terra e l’acqua, i secondi l’aria ed il fuoco, e finalmente il Cielo, che, per non possedere la qualità dell’elementi, non ha ragione di levità nè di gravezza. Finalmente non è cosa naturale o sopranaturale, che non osservi questa gradazione d’eccellenza di luogo, secondo la dignità di ciascuna. E a dirne il vero, che ragione mai addurranno i Copernici, che dimostrar possa verisimilmente, Iddio e la Natura aver cagione di variar così bell’ordine e porre il Sole nel centro del Mondo, e la Terra e gli altri elementi fuor di esso centro nella grossezza d’un Cielo?
Ecco i capi dell’Idra, di cui si dica, uno avulso non deficit aliud: poi che quante obiezioni addurrai, o Colombo, che ti parrà d’aver atterrati i Copernici, tante nuove ragioni ti addurranno essi per sostenere che la Terra possa senza inconveniente stare eccentrica al centro del Mondo; nè parrà inconvenevole che molte siano le ragioni, perchè molti sono i mantenitori di questo fondamento, ma il mezzo di reggerlo è reputato diversamente; sì che, uno che lo sostenga, poco ti gioverà gli altri aver rovinato. Tutte le cose adunque hanno due inclinazioni naturali; altra risguarda la conservazione propria di ciascuno individuo, altra ha rispetto alla conservazione dell’Universo, e questa è più intesa dalla natura che la prima; come, per essempio, leggiamo che l’acqua, come è grave, appetisce discender al basso, e nondimeno, se accade ch’abbia da riempirsi qualche luogo vacuo, subbito lascia la propria operazione, e soccorre a riempier quel vacuo, per non lasciar patire la Natura, che non può sopportar il vacuo senza ruma universale. E per ciò una guastada, nella quale sia stato un lume e subbito cavato, si tuffi col collo nell’acqua, tosto l’acqua sale nella guastada contro la propria inclinazione, ma non contro la commune, e perciò non patisce violenza, essendo cotale operazion naturale e più ricercata che la propria: onde la Natura, che per maggior commodo della generazione ha locato la Terra in mezzo agli altri elementi come ricettacolo e motore universale della produzione delle cose, quantunque ella sia grave, e di propria inclinazione appetisca il centro del Mondo, ella appetisce