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contro il moto della terra. | 265 |
mole, e i corpi rari son tali, perchè son di poche parti e di ampia mole: adunque gli uni son gravi e gli altri son levi; e per conseguenza la Terra, ch’è gravissima, e corpo minore di tutti gli elementi, occupa il minimo luogo, ch’è il centro; e ’l fuoco, che è leggerissimo, e corpo più spazioso di qualunque altro elementale, possiede il maggior luogo, che è nella superior parte e nel concavo del Cielo della Luna terminante. Queste qualità contrarie, essendo proprie assolutamente, sì come è il grave, de’ corpi elementari, è necessario che stiano grandemente lontane fra di loro; mossi da cagione intrinseca a cercar la Terra il centro, come fredda e grave, e il fuoco la superficie concava del Cielo, come caldo e leggiere; sì come l’acqua e l’aria che meno si contrariano, meno sono distanti: onde i movimenti loro saranno retti e non circolari, per causa intrinseca, e ogn’altro moto locale sarà loro violento e distruttivo della natura d’essi. Da cotali ragioni si conchiude ancora, che, respettivamente considerati, gli elementi sian gravi e levi, e varino se l’uno si compara all’altro; e che ad ogni modo sarebbe stroppio alla natura, se essi fussero contro il moto retto portati e mossi lungamente, poi che questo rispetto non è imaginario e razionale solamente, come sarebbe la destra e sinistra parte attribuita da noi a una colonna: per lo quale attributo niente di reale si pone in essa colonna, che possa cagionare alterazione in lei. Ma la relazione di più e men grave degli elementi procede da principio intrinseco e assoluto, ed è tale che distingue fino essi corpi di spezie. La natura per tanto patirebbe incomodo grandissimo, e non averebbe soavemente disposto le cose, se l’aria avesse facultà di portare in giro i corpi gravi contro il corso loro naturale. Oltre che s’è provato a’ Copernici, l’aria non aver questa possanza ne’ corpi sodi. Provate voi adesso il contrario, e i filosofi si cheteranno e non batteran più le manganelle.
Non lasciamo di mentovare un esempio che essi adducono, per mostrare che gli uccelli, quantunque siano corpi gravi, non patiscono violenza né impedimento al proprio moto loro, ben che siano dall’aria unitamente portati in giro col moto della Terra; e questo voglion che s’abbia per loro Achille. Pongansi de’ pesci in un vaso di vetro, acciò che si vegga meglio l’effetto, sendo transparente, e dentro vi sia dell’acqua, acciò che essi pesci possan notare e spaziarsi per quella a voglia loro. Chi non vede, dicono essi Copernici, che se altri porta quel vaso attorno, lo gira dentro la superficie d’una ruota, pur che sia chiuso che l’acqua non si versi, che quel moto esteriore non altera né impedimento apporta al movimento intorno che i pesci fanno, per entro quell’acqua liberi vagando? Così adunque e non altramente accade agli uccelli portati dal primo mobile nel vaso del Cielo della Luna, dentro del quale è l’aria, la Terra e gli altri elementi, i quali possan volare per l’aria e per ogni sua parte a voglia loro, poi che molestia o impedimento veruno da quel veloce moto circolare non sentono gli elementi, né i corpi eziandio che sono in quelli sospesi, volando.
Ma a dirne il vero, a cotale esempio risponderebbe chiunque mai non avesse