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254 contro il moto della terra.


lenni matematici dicono, che quel divino ingegno d’Aristotele non l’intese, e che per ciò disse pazzie1, affermando egli, che la linea non si componesse di punti, e che sopra d’essa linea non si potesse far moto infinito, e sopra il circolo sì. A tal che, non potendo i male arrivati, avezzi a tirare linee e far punti con l’inchiostro, penetrar senza materia il punto, che, per non aver parti, non può compor la linea che ha parti, cadono in cotali arditezze di parlare; e per lo contrario non s’accorgendo, che nella materia e in atto se non si può tirare una linea infinita, infinito ancora non si potrà fare il moto sopra d’essa; ma sopra il circolo il moto sarà infinito, poscia che, non vi essendo i termini estremi, non vi sarà eziandio termine al moto circolare, contro il creder loro2.

Avendo adunque, secondo il parere loro, inchiodata l’artiglieria e mandato a gambe levate Aristotele, il quale a intendere tremano, affermano, che esso abbia conchiuso, la Terra essere immobile nel centro del Mondo e ’ntornole ’l Cielo muoversi circolarmente, solo per mancanza di buone matematiche; e così, mediante quelle, si pongono a farne dimostrazione, e dicon di fare altrui toccar con le proprie mani il contrario, cioè che la Terra si muova e giri intorno al Sole: il quale hanno situato immobile nel centro del Mondo, arrovesciando tutti questi corpi, come se stessero nelle loro mani, a guisa d’una tasca di camozza. Onde, invece di onorarsi, a somiglianza del pavone, che, per farsi corona al capo dell’occhiute penne, scopre le sue bruttezze, essi si svergognano: imperò che, avendo solo a i punti, linee e angoli il capo, si scordano degli effetti degli elementi e della esperienza del senso.

Ma noi vogliamo far prova, lasciata da parte la filosofia, che essi negano, di Aristotele, di ridurla a quella de’ sensi, già smarrita da loro ne’ cerchi e nelle girelle, a fin che riconoscano quella da questa, e quindi confessino d’aver mal conosciuto quanto Aristotele conobbe e disse bene.

Mi rallegro bene, che alcuni valorosi matematici, con i quali desidero discorrere di cotali materie e imparare da loro, non son della razza di color che si credono che quegli che non hanno speso gli anni di Nestore e logoro la lucerna

  1. hanno ragione di così dire, poi che e’ commette molti e gravi so errori in matematica, se bene né tanti né così solenni, come fa quest’autore ogni volta che apre la bocca in questi propositi, palesandosi sopra tutti gl’ignoranti ignorantissimo.
  2. anzi, arcibue, perché non si può dare una linea retta in atto infinita, per questo il moto retto può estendersi in infinito: essendo che ’l moto infinito è quello che non si finisce mai; ma all’incontro, essendo la linea circolare, per necessità, finita, il moto in essa è finito, ma può bene reiterarsi molte volte.