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84 | trattato |
la zappa, che si fa accostandosi alla muraglia, e con pali di ferro, con picconi, ed altri istrumenti, si rovina;
la terza è la scalata, quando con le scale si monta sopra la muraglia;
la quarta è la mina, la quale, per la forza del fuoco rinchiuso in una cava sotterranea (come a suo luogo dichiareremo), rovina in uno instante una muraglia;
la quinta finalmente è l’assedio, quando, togliendo a i difensori ogni sorte di sussidio, si constringono per la fame a rendersi.
Lasciamo stare il tradimento, come maniera d’espugnare ignominiosa, ed alla quale male si può trovare rimedio, sendo impossibile guardarsi da i traditori. Lasciamo, per simile rispetto, le improvise rubberie, dalle quali non ne può assicurare la forma della fortezza, ma solamente la vigilante cura delle guardie.
qual sia l’offizio dell’architetto.
Dalle quattro prime offese è offizio dell’architetto il fare che la fortezza venga assicurata: però nell’ordinare le nostre fortificazioni avremo sempre inanzi a gli occhi, come scopo principale, l’assicurarsi dalle batterie, dalle scalate, dalla zappa e dalle mine. E sì come la maggior parte delle offese vengono dalle artiglierie, così dalle medesime verranno le principali difese.
Però per generalissimo precetto e per regola invariabile terremo il fare che tutte le parti della nostra fortezza scambievolmente si vegghino e difendino, nè sia in loro luogo ancor che minimo, dove l’inimico potesse stare senza esser offeso: perchè, quando potesse pure un solo soldato stare senza offesa sotto a qualche parte della muraglia, comincierebbe ad aprirla; e fatta una buca, dove potessero lavorar due, a poco a poco l’allargherebbono per 4, 6, o 20, e finalmente la tirerebbono a rovina. Bisogna adunque che una parte della muraglia vegga l’altra e la difenda; il che non può fare una linea retta, ma fa di so mestiero che siano due, le quali si riflettino e faccino l’angolo l’una sopra