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56 breve instruzione

quenti, quanto ne sia a cuore l’esser ubbiditi; e massime in simili casi, dove l’allungamento del tempo importa assaissimo, dando comodità a gli amici de gli assediati di porgergli molte sorte d’aiuti.

Nell’assedio più stretto, e che veramente si può domandare assedio, prima si faranno intorno alla fortezza, che s’intende assediare, grandissime tagliate, e si spazzerà e raderà in maniera la campagna, elle non sia lecito, senza esser scoperti, uscire e travagliare per il paese. Di poi si faranno forti di terra intorno a essa fortezza; e di questi sarà necessario farvene tanti, che la fortezza venga da tutte le parti circondata, facendogli distanti l’uno dall’altro non più di due terzi di miglio in circa, e lontani dalla fortezza tanto che non possino essere dall’artiglierie di lei travagliati: alla fabrica de i quali forti di gran comodo ci saranno i legnami dalle tagliate raccolti. E l’esser così, come si è detto, lontani dalla fortezza, oltre a l’assicurargli dall’artiglieria nemica, farà che gli assediati, volendo uscire a combattere, saranno costretti a venire in parte dove non possino dalla loro artiglieria aver aiuto, e per l’opposito riceveranno gran danno dall’artiglieria avversaria; anzi, quando anche gli assediati per fronte, ed altri alle spalle, gli assalissero, potranno con la sola artiglieria reprimere gli assediati, e con l’essercito farsi incontro a gli assalitori. In questa maniera di assedio, come nell’altro ancora, e più, se più si potrà, si doverà esser vigilante ed avvertito, che alcuna sorte di soccorso non passi dentro alla fortezza; anzi, se sarà possibile, oltre il levargli il soccorso della vettovaglia,, si cercherà di torgli l’acque ancora, derivando in altra parte i fiumi che per essa fortezza passassero, e privandogli dell’acque de i pozzi e de i fonti, col fare fosse profonde sino sotto il piano di essi pozzi, ed usando gli altri argomenti ch’a ciò fare parranno più opportuni. Sono anche stati alcuni che hanno cercato d’avvelenare o putrefare l’acque, che la fortezza irrigano o circondano; per la quale putrefazione l’aria corrotta ancora ha arrecato mortalissime infermità a gli assediati, dalle quali indeboliti, ed estenuati dal digiuno, sono stati finalmente costretti a rendersi.