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di baldessar capra. 561


Furono anco il giorno stesso tutte le copie del libro del Capra inviate a Venezia a gl’Illustrissimi ed Eccellentissimi Signori Riformatori; delle quali ne furon trovate 440 appresso il libraio, e 13 in casa dell’autore, avendone esso per diverse parti di Europa distribuite già 30, per quanto il padre in mia presenza referì all’Illustrissimo ed Eccellentissimo Sig. Giorgio Vecchioni, Cancellier dell’Illustrissimo Sig. Podestà di Padova. Le quali copie sparse, poi che già aver anno diffusa pel mondo l’ignominia impostami, hanno messo me in necessità di stampar la sopraposta sentenza, e formar e publicare la presente scrittura, e di più ad aggiugnere un particolar registro nel quale si vegga quante e quali siano le cose trasportate ad verbum dal mio libro in quello del Capra, e d’onde ancora siano prese quell’altre le quali dal mio libro non son tolte: essendo in somma verissimo che Nel libro del Capra Niente penitus vi e del suo, da gli errori in fuori. E prima, quanto alla fabrica dello Strumento.

Nel primo capitolo mostra il Capra la descrizion della Linea delle Linee, detta da me Linea Aritmetica: nella qual fabrica niuna invenzione vi è nè del Capra, nè di altri, essendo che questa linea va semplicemente divisa in parti eguali, secondo qual si voglia moltitudine; ed io la divido in 250. Vi sono però, nel fine del capitolo, due cose del Capra. La prima è una contradizione a sè stesso, dicendo egli qui, che il divider questa linea in molte parti eguali è cosa facilissima, e le sue parole son queste: Huius fabrica satis est facilis, postquam nullus est tam rudis artifex, qui non possit lineam aliquam propositam in petitas aequas partes dividere; ma poi nel cap. 3 delle operazioni, il cui titolo è: Lineam propositam in aliquot petitas partes secare, dice tutto l’opposito, cominciando così: Nulli dubium est quod laboriosissimum sit dum aliquam lineam dividimus toties circinum constringere et dilatare donec voti compotes facti simus, etc.; e più, nel secondo capitolo antecedente, parlando pur di una division di linea, la quale, senza lo Strumento, si conseguirebbe col divider la proposta linea in molte parti eguali, scrive così: Difficillimum enim esset ne dicam impossibile huiusmodi divisiones invenire, quas tamen statim nobis exhibet instrumentum hoc nostrum. L’altra cosa, che io noto, è quello che ei dice nelle ultime parole, parlando pure della medesima linea da dividersi, ciò è: Quae etiam summa facilitate dividi posset per illa quae cap. 3 istius instrumenti usum tradentes, explicabuntur; ma perchè l’operazione che si esplica al cap. 3 de gli usi non si può