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302 consideratione astronomica

Stella, & della sua immobilità, cominciai il 6 giorno ad osservare con il sestante, & ritrovai il medesimo loco pigliando la distantia fra altre Stelle più distanti, già che le sopradette per la vicinità dil sole incominciavano rendersi inosservabili. Doppo che si è fatta orientale non ho tralasciato d’investigare il suo loco desioso di sapere se in tanto lungo spatio di tempo havea in qualche modo quello mutato; havendo adunque a questo fine prese le distanze fra la stella nova, la spica della Vergine, & la lance boreale, fatta la supputatione come di sopra ho detto, ritrovai il loco della Stella nova secondo la sua lunghezza, in 17 gradi con 38 minuti di sagittario, & la larghezza verso la parte boreale di un grado & 49 minuti. Dal che si può vedere se questa stella è immobile, & se io fedelmente ho apportato quanto sin qui ho potuto osservare. Nè credo che alcuno possi prendere dubio, che le osservationi non siano giuste per quella picciola differentia, che nella larghezza si scorge di doi minuti, & nella lunghezza di un minuto: poscia (che questo può provenire o da qualche puocho di refrattione che havesse la Stella nova: o pure perchè credendo io non esser dibisogno di tanta precisione habbi negletti alcuni minuti secondi, che bene si ponilo scorgere nel mio sestante, per la quale sii intervenuta quella differentia, che con il scrupulosamente pigliare li secondi minuti si renderebbe nulla: & questo tanto basti in mostrar il loco di questa stella rispetto all’Ecliptica; di donde si scorge questa Stella mai haver mutato loco ma puntualmente fissa esser stata. Nel cui particolare giova annotare che l’Eccellentissimo Galileo nelle Lettioni volendo provare che questa Stella fosse immobile addusse haver osservato con un suo instromento, che questa Stella sempre fecce una linea retta con la stella lucida della corona boreale, & con la lucida nella coda del cigno, il che non era possibile quando questa stella havesse havuto qualche particolar moto. Io molto sopra di ciò ho considerato come habbi potuto addure questo, cioè che queste tre Stelle facessero una linea retta, essendo che più presto formano un triangolo: finalmente conclusi esser più verisimile, che lui habbi parlato di qualche altra stella, quale realmente fosse in retta linea, o che io male intesi le sue parole. Ma supponendo che parlasse di due stelle, quali fossero veramente in una linea retta con la nova, non è in tutto sicuro l’affermare da questo, che questa Stella fosse immobile, per che se bene quando era alquanto ellevata facea una retta linea con le due fisse supposte, vicina poi all’horizzonte per la refrattione, che osservata era di qualche consideratione, come dirò parlando dil loco di questa Stella in rispetto all’universo, non potea più fare detta retta linea; dal che si può scoprire l’incertezza de questi instromenti con quali si vogliono misurare queste rette linee. Nulla dimeno io lodo il suo proposito già che con quella maggior diligentia che il suo instromento comportava si sforzò ad utile publico di manifestare li accidenti di questa Stella.

Venendo hormai alla dispositione di questa Stella nell’universo, io statuisco,