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circa la stella nova dell’anno 1604. 297

alli principii di geometria, & contro se medesimo, havendo prima statuito con Euclide, che all’hora una linea tocca il cerchio, quando toccando un punto di quello passa più oltre senza intersecare il cerchio, & le linee tirate dal centro al punto del contatto fanno doi angoli retti, il che se ò vero in una parte del cerchio dovrà esser vero in ogn’altra sua parte. Se ben dico questo è manifesto, pure hora giova nella sopra notata figura apertamente dimostrare, che non solo stando il corpo spherico nel zenith, ma etiandio in ogn’altro loco può esser toccato da due linee uscite da un medesimo occhio, potendo quelle fare doi angoli retti con le linee tirate dal centro di esso cerchio, come propositione dimostrata da Euclide. [lib. 8, propo. 18 & 19.] Si ponghi adunque il corpo spherico H & l’occhio nel punto B dal quale si tirino due linee B C, & B E, dico che queste due linee facendo doi angoli retti con le linee dal centro tirate I & L, come appare, di necessità tocheranno questo corpo spherico H, se ben posto molto lontano dal zenith: il che è vero non solo quando si vede l’intera metà del corpo, ma etiandio quando se ne vede una sola portione benché minima, come appare nella figura segnata M. Dal che ne seguita esser falso il fondamento della sua demonstratione. Di più si arguisce esser manifesta falsità, che l’occhio posto nel punto N non possi mandar due linee, che tocchino essa Luna se non è nell’istessa altezza, che è l’occhio posto nel punto B, essendo che in qual parte si voglii che sii posto sempre può toccare, & per conseguenza far doi retti angoli come di sopra fu detto.

Distrutto adunque questo fondamento di necessità cade quel primo corollario, cioè che non si possi fare l’eclisse solare perfetta se non alli habitanti sotto all’Ecliptica, per che io dico che mediante le paralassi si fa l’Eclisse solare perfetta ancora a quelli, che non sono sotto all’Ecliptica. Ma io per me non so che mi dire vedendo che si faccino tante parole per distruere le paralassi, & poi tutto in un tempo si admettino & si concedino imperò che che altro è l’occhio nel punto B vedere la totale eclisse, & il medesimo posto nel punto N non vedere alcuna eclisse, o non totale se non variar li aspetti? la qual variatione non proviene d’alcuna parte della Luna, ma si ben da tutto il suo corpo. Di più mi par meraviglia come dica, che vedendosi la Luna si dal punto B come dal punto N sotto al sole per questo non sia alcuna paralasse; di qui appare che l’autore non bene intende, che cosa sia paralasse, nè in che modo li mathematici considerino il loco delli pianetti, o altri corpi celesti: Ben’è vero, che ogniuno di quelli che sono in B come quelli che sono in N vedono la Luna sotto il sole, ma questo non è il loco considerato da mathematici, quando parlano delle paralassi, perchè quelli che sono in B considerano il loco della Luna nel medesimo punto della estrema sphera con il Sole, in O, ma quelli, che sono in N, considerano il loco della Luna nell’ottava sphera alquanto più distante cioè in P, & questa è la ragione perchè in varii lochi si varia una medesima ecclisse quanto alla sua grandezza. Ma perchè queste cose sono si vulgate, che più presto moveranno a riso